Premier League: le Profitability & Sustainability Rules verso una svolta storica, ma siamo sicuri che sia una svolta equa?

La Premier League inaugura un'importante serie di incontri che decideranno il futuro delle PSRs nella massima serie inglese: dopo i casi controversi di Everton e Nottingham Forest, i club di Premier stanno cercando nuove idee per il futuro economico del campionato

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I venti club di Premier League hanno organizzato una serie di riunioni per discutere del futuro delle Profitability & Sustainability Rules (PSRs), l’equivalente del Fair Play Finanziario imposto dalla UEFA agli altri club europei. Con le norme salite alla ribalta della cronaca negli ultimi tempi, per via delle sanzioni inflitte ad Everton e Nottingham Forest, il consiglio generale della massima serie inglese si riunisce per decidere come modificarle per il futuro.

Al momento, tra le proposte che la Premier League sta vagliando, ci sarebbe anche l’ipotesi di uniformare il proprio modello finanziario a quello della UEFA introducendo un fair play finanziario che rispecchi il valore e la potenza economica di ogni singolo club. Nel caso in cui questa proposta venisse accettata dalla maggioranza assoluta delle venti società costituenti il campionato (ovvero, nel caso in cui ricevesse almeno 14 “sì”, ndr), però, il rischio sarebbe quello di generare ulteriori disparità tra i grandi e i “piccoli” club, andando a minare ciò per cui la Premier League è da sempre il punto di riferimento: il grande equilibrio.

Premier League, la proposta di riforma delle PSRs

Dopo le recenti diatribe di Everton e Nottingham Forest, che hanno visto la Premier League particolarmente attiva sul fronte della sostenibilità finanziaria dei propri club membri, la massima serie inglese sembra in procinto di voler cambiare le proprie Profitability & Sustainability Rules. Come ormai noto, ad oggi, i club inglesi che partecipano ad una stagione di Premier League hanno un tetto massimo di perdite triennali che si fissa sui 105milioni di sterline.

Superare questa soglia, per qualsivoglia motivo, comporta una penalizzazione da parte della Premier League, la quale può decidere se imporre sanzioni pecuniarie o sportive (come nel caso del -10 dell’Everton). Per ovviare a queste situazioni spinose, con le quali la massima serie inglese si sta confrontando anche e soprattutto tramite le vie legali, il board della Premier League avrebbe individuato in una nuova proposta di Fair Play Finanziario la soluzione vincente.

Secondo questo nuovo modello, la Premier League si andrebbe ad allineare ai criteri dello “squad cost ratio system” adottato dalla UEFA. Il massimo organo calcistico europeo, infatti, ha stabilito che per ogni club a sé afferente, il tetto di spesa massima per la compravendita di giocatori, il pagamento degli stipendi e delle commissioni agli agenti, non possa superare il 70% dei ricavi complessivi di ogni singola società.

Le modifiche che la Premier League andrebbe ad introdurre a questo modello riguarderebbero esclusivamente il tetto di spesa, portato dal settanta all’85%. In questo modo, la massima serie inglese non dovrebbe più confrontarsi, al momento del controllo dei dati dei suoi club membri, con spese “extra-campo” che invece, con le PSRs attuali, sono parte integrante del conteggio delle spese delle società.

Premier League, cosa significherebbero queste nuove regole per i club

Se la mozione dovesse passare, le novità per i venti club di Premier League sarebbero notevoli. In particolare, come fa notare uno dei giornalisti di punta di Sky Sports UK, Kaveh Solhekol, si andrebbe ulteriormente ad acuire la differenza tra i grandi e i “piccoli” club della massima serie. Il gap che si andrebbe a creare sarebbe ancora più evidente quando a confrontarsi fossero società neopromosse e società costantemente ai vertici della lega.

Stando all’analisi di Solhekol, infatti: “sotto le attuali regole UEFA, se il fatturato di un club è di 500milioni di sterline, esso potrebbe spenderne 350 (ovvero il 70%, ndr) per la sola compravendita di calciatori. Questo esempio, quindi, ci dimostra che se il club in questione fosse tra quelli con un grande fatturato, potrebbe spendere molti più soldi – in maniera legale – rispetto ad un rivale con un fatturato minore. I sostenitori di questo modello dicono che il provvedimento serve ad impedire ai vari Roman Abramovich della situazione di trasformare club delle dimensioni del Luton Town in “nuovi” Manchester City o Chelsea. Allo stesso tempo, però, è una norma senza dubbio controversa“.

Con i club impegnati nelle competizioni europee che già seguono le norme UEFA, la Premier League ha sicuramente l’interesse ad introdurre una regolamentazione finanziaria che rispecchi quella del massimo organo europeo. Così facendo, però, i venti club della massima serie inglese rischiano di trascinarsi in un limbo dal quale sembra sempre più difficile uscire.

Con un Fair Play Finanziario di questo tipo, infatti, c’è il rischio che i “big clubs” rafforzino ulteriormente il loro status, mentre le inseguitrici non abbiano alcuna alternativa se non lottare per le posizioni di rincalzo. Ecco perché il meeting potrebbe portare con sé risoluzioni davvero decisive per il futuro del calcio inglese dei prossimi anni.

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