La Nations League torna protagonista, la Scozia in particolare dovrà affrontare i playoff affrontando la Grecia. Considerando che i tifosi si aspettano risposte importanti dagli uomini di Steve Clarke, il capitano dell’Aston Villa John McGinn ha concesso un’intervista raccontando a 360o il suo percorso intrapreso finora fin dai primi passi.
Questa la probabile formazione della Scozia contro la Grecia: Gordon; Ralston, Souttar, Hanley, Robertson; Gilmour, McLean; Christie, McTominay, Doak; Dykes.
Scozia, le parole del centrocampista John McGinn
Il centrocampista John McGinn ha ribadito alla stampa: “La mia prima convocazione è arrivata quando avevo ventuno anni giocavo con l’Hibernian in Scottish Championship. La mia fama è aumentata all’interno della squadra. Ricordo inoltre che all’interno dello staff tecnico non era ben vista la convocazione di un giovane. Lennon Miller se ha ribadito queste parole c’è un motivo, la sua ambizione è alta, ma da giovane certe dichiarazioni ti incentivano a fare bene.”
“Il mio modo di fare mi ha agevolato nella crescita professionale, ero già un po’ nervoso e colpito dai giocatori di una certa caratura all’interno della Nazionale. Così, al mio primo pranzo al Mar Hall, tutti i ragazzi più esperti si esprimevano in maniera dura nei miei confronti. La mia sessione di trenta minuti dopo non è stata granché. È stata snervante. Shaun Maloney mi ha fatto sentire così piccolo, rivoltandomi come un calzino e ricordo di essere tornato in camera e di aver pensato tra me e me, ‘Non posso competere a questo livello, sono troppo bravi’. Con il tempo, man mano che acquisisci esperienza, ti senti più a tuo agio e inizi a esprimerti di più.”
“Sarò sempre grato a Gordon Strachan per avermi dato questa opportunità e per avermi fatto debuttare subito quella settimana. C’era molta pressione su di me e l’ho sentita un po’, ma ricordo quella prima partita accanto a Scott Brown. Piccole perle di saggezza che ho assimilato durante la partita, il supporto prima della gara, e ho iniziato a sentirmi a casa. Sicuramente non sono qui per incrementare le presenze per la Nazionale. Sono qui per prendermi le mie responsabilità, anche se ci sono giocatori migliori. Lennon Miller ha le carte in regola per esserlo come lo è anche James Wilson.”