West Ham: la vera storia dell’inno “I’m forever blowing bubbles”

La storia dell'inno del West Ham, I'm forever blowing bubbles, ha radici inaspettate che coinvolgono arte, istruzione e marketing

Londra, Queen Elizabeth Olympic Park ore 3 p.m. di un qualsiasi “Saturday afternoon” con la Premier League in programma. Dagli altoparlanti del London Stadium, casa del West Ham United si diffondono, come da tradizione, le note della base musicale dell’inno della squadra di casa che accompagna l’ingresso delle squadre in campo. Contemporaneamente, a lato del terreno di gioco una speciale macchina soffia bolle di sapone che si librano in aria. Dagli spalti migliaia di voci intonano all’unisono le parole della canzone “I’m forever blowing bubbles”, non è possibile descrivere in poche righe l’atmosfera suggestiva, il senso di appartenenza, lo spirito di gruppo. Tutto ciò è il frutto di quello che viene ritenuto uno degli inni più iconici del panorama calcistico europeo e non solo.

I’m forever blowing bubbles: le origini dell’inno

Per comprendere l’alone di romanticismo che circonda la canzone dobbiamo fare un passo indietro nel tempo: Stati Uniti 1918 anno in cui nasce “I’m forever blowing bubbles” per mano dello sceneggiatore e musicista John Kallette autore della musica e James Kendis, James Brockman e Nat Vincent autori del testo. Nello stesso anno il brano fece il suo esordio nell musical “The Passing Show“, presentato in uno dei teatri di Broadway e che vedeva una delle prime apparizioni di Fred Astaire. La canzone fece la sua prima apparizione in Europa nel 1920,e venne divulgata in Inghilterra da Doroty Ward, personaggio di spicco del teatro britannico dell’epoca.

I fatti risalenti a quegli anni che hanno provocato l’adozione del brano come inno ufficiale degli Hammers sono decisamente curiosi. All’inizio del secolo scorso il calcio in Inghilterra fu inteso come un vero e proprio mezzo educativo per formare al meglio i giovani britannici. Nella Park School situata nel distretto di West Ham e affiliata all’omonima società calcistica l’allora allenatore della squadra Charlie Paynter su segnalazione del preside della scuola, Cornelius Beal decise di adottare e dedicare il brano “I’m forever blowing bubblesa tutti i giovani calciatori che davano il meglio di sé in campo. In particolare la canzone venne associata a una giovane promessa Billy Murray detto “Bubbles” per via della somiglianza col bambino raffigurato in un dipinto di John Millais, avente il medesimo titolo.

Quest’opera era utilizzata per la pubblicità di una nota marca di saponi, la Pears il cui jingle era proprio il brano tratto da “The Passing Show. Il motivo iniziò ad essere canticchiato dal preside nel campetto della scuola e poi imposto da Mister Paynter come inno pre partita al Boleyn Ground. Da allora la tradizione non si è mai più interrotta. Come molti brani usati poi come inni anche I’m forever blowing bubbles è permeato di una forte vena malinconica, rappresentata dall’analogia tra le bolle di sapone e i sogni, entrambi caratterizzati dalla loro predisposizione a smaterializzarsi facilmente.

Cosa c’è, però, di più romantico nel portare la leggerezza delle bolle di sapone all’interno di uno stadio, cattedrale del business moderno, dove si dovrebbe solo, appunto, ritornare bambini e giocare?


Potrai trovare questo ed altri racconti in: “Genova Claret and Blue: Il West Ham United raccontato dagli Hammers Genova“. I proventi derivanti dalla vendita del libro verranno interamente devoluti alla Band degli Orsi, affermata associazione di volontariato, impegnata nel miglioramento dell’accoglienza dei piccoli ospiti dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova e delle loro famiglie.

Per acquistarlo, contatta gli Hammers Genova

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