Scozia, la storia dell'Ayr United: dagli albori del calcio all'era moderna

In esclusiva per UKCALCIO PREMIUM la seconda parte della storia degli Honest Men. La prima parte della storia dell'Ayr United è disponibile su ukcalcio.com Ayr United: la figura di Jimmy Smith La storia del club, a differenza di quanto succede con altre importanti realtà del paese, si lega più ai singoli individui che ad un percorso di crescita, per così dire, comune. La prima grande figura della storia degli Honest Men, infatti, è quella di Jimmy Smith, prolifico attaccante degli anni ’20-’30 che, dopo una fallimentare esperienza ai Rangers, si trasferì ad Ayr per rilanciare la propria carriera. Mai scelta fu più azzeccata: in due anni segnò l’incredibile numero di 97 reti (in 76 partite!), guadagnandosi la chiamata del Liverpool e l’invidiabile record, tutt’ora imbattuto, di giocatore più prolifico in una singola stagione sportiva, in tutti i campionati britannici. Nel suo magico 1927-28, infatti, Smith segnò 66 gol in 38 apparizioni in bianconero. La parabola di Jimmy Smith, così come quella del club in cui si era consacrato definitivamente, fu, sebbene intensa, costellata di alti e bassi. Dopo aver vinto il premio di miglior marcatore della First Division con il Liverpool – al primo tentativo – l’ex Honest Men resistette solo altri due anni nel mondo dei professionisti. Nonostante i Reds fossero ben felici di mantenerlo in squadra, lo scozzese decise di compiere una di quelle scelte a dir poco inspiegabili: abbandonò il Liverpool – e le comodità dell’essere un calciatore professionista – per andare a giocare a Tunbridge, nel Kent, tra i dilettanti. Altra figura di rilievo, per non dire “La figura di rilievo” del club, è senza dubbio quella di Ally MacLeod. Ayr United: Ally MacLeod, l'allenatore dei record Conosciuto soprattutto per il suo periodo da CT della nazionale, che guidò fino alla partecipazione ai Mondiali argentini del 1978, MacLeod è stato l’allenatore più longevo e vincente della storia dell’Ayr United. Sommando le sue tre diverse gestioni, infatti, ha guidato gli Honest Men per un totale di 15 anni, sollevando otto trofei (di cui cinque Ayrshire Cup, la coppa di contea di cui lo United detiene il record di titoli) e avendo il piacere – e chissà, col senno di poi forse anche l’onore – di poter allenare un attaccante che, da manager, ha avuto una discreta carriera: Sir Alex Ferguson. Ad eccezione di un exploit a cavallo tra gli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000, in cui il club raggiunse per due volte la finale di Challenge Cup e, nel 2002, la finale di Coppa di Lega, l’epoca MacLeod è stata senza dubbio quella di maggior splendore del club bianconero. Dalla partenza del suo storico manager in direzione Hampden Park, nel 1977, l’Ayr United non ha più disputato un campionato di massima serie e si è dovuto accontentare soltanto della nomea – seppur prestigiosa – di “giant killer” nei turni di coppa. Ayr United: dai fasti di MacLeod, al giorno d'oggi Da quel momento in avanti, infatti, gli Honest Men sono sempre stati relegati a disputare i campionati di seconda o terza divisione, mancando – alle volte in maniera clamorosa – il “ritorno in paradiso”. Due sono gli eventi che i tifosi dell’Ayr ricordano con più malinconia in questo senso. Il primo accade nel 1988 quando, dopo una trionfale stagione in terza serie, culminata con la vittoria del campionato e la promozione in Seconda divisione (che valse all’intera squadra l’introduzione nella Hall of Fame del club, nel 2013), il locale magnate del metallo David Murray – nato ad Ayr e da sempre tifoso dello United – si propone di diventare proprietario della società. Tramite voto collegiale, però, i membri del board bianconero respingono di soli quattro voti la sua candidatura e negano così a Murray la possibilità di entrare nel club. Deciso comunque a sfondare nel mondo del calcio, l’imprenditore si trasferisce a Glasgow e lì diventa proprietario dei Rangers. Alla fine della sua presidenza, chiusa nel 2009, il bilancio di Murray con i Gers recita 15 titoli nazionali e 20 Coppe di Scozia: una bella beffa per l’Ayr e i suoi tifosi. L’altro evento di cui dobbiamo parlare è, invece, ancora ben scolpito nella memoria dei fan dello United. La stagione scorsa, infatti, ha visto gli Honest Men raggiungere il più alto piazzamento in classifica negli ultimi 45 anni: il secondo posto in Championship, frutto di un grande avvio di stagione – 9 vittorie e sole 3 sconfitte nelle prime 17 di campionato – ha permesso ai ragazzi di Lee Bullen di centrare un posto nei play-off promozione. Potenzialmente, i bianconeri si trovavano a sole quattro partite dal ritorno in massima serie. Nella semifinale del mini torneo di post-season, però, gli Honest Men, praticamente, non scendono in campo e vengono schiantati dal Partick Thisle che si impone col punteggio finale di 8-0 nelle due partite, rovinando così in malo modo i sogni di gloria dell’Ayr. Il cattivo “momentum”, come lo chiamano da quelle parti, i bianconeri sembra se lo siano portati dietro anche in questo inizio di stagione. Dopo una buona fase a gironi in Coppa di Lega – dalla quale comunque sono usciti al Secondo turno, eliminati dal Livingston – l’inizio del campionato ha regalato più dolori che gioie: un solo successo in tre gare e penultimo posto in classifica. Insomma, la storia fino a qui, appare come una di quelle in cui i dolori superano le gioie, ma non è finita qui: manca ancora un gioiellino di cui tutti i tifosi dell’Ayr vanno fieri.

Scozia, la storia dell’Ayr United: dagli albori del calcio all’era moderna

Nella seconda parte della storia dell'Ayr United, in esclusiva su UKCALCIO PREMIUM, scopriremo i personaggi che hanno svolto un ruolo fondamentale nella crescita del club

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