[APPROFONDIMENTO] La strage di Hillsborough, 27 anni fa

Una delle più grandi tragedie nella
storia del calcio d’Oltremanica: 96 tifosi del Liverpool morirono
schiacciati contro le transenne o calpestati. Il dramma cambiò il
corso della storia del calcio inglese. Il 26 aprile 2016 la sentenza che ristabilisce la verità.


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Ventisette anni fa, il 15 aprile 1989,
all’interno dello stadio Hillsborough di Sheffield, scelto per
ospitare la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest,
si verificò una delle stragi più sanguinose della storia del
calcio: 96 tifosi del Liverpool morirono schiacciati a causa di una
cattiva gestione delle entrate nell’impianto.

Il fenomeno hooligans in quella
circostanza non ebbe alcuna responsabilità e per venti anni la dinamica
dei fatti venne nascosta. Ma da quel momento il calcio in
Inghilterra
e nel Regno Unito cambiò radicalmente, con la creazione di nuovi
impianti più sicuri, puliti e confortevoli.

Nel 2012, a più di vent’anni dalla
strage, una commissione governativa indipendente ammise le cause
dell’incidente e raccontò le molte responsabilità della polizia e
dei soccorsi.

Il disastro di Hillsborough venne
attribuito all’inadeguatezza e sicurezza nell’impianto, pessima
gestione dell’ordine pubblico da parte della polizia e alle
recinzioni in ferro che separavano le tribune dal campo di gioco.

I fatti accertati

Il 15 aprile 1989, si giocava
Liverpool-Nottingham Forest e come da regolamento in campo neutro. L’impianto designato per ospitare la semifinale era lo Stadio di
Hillsborough
, a Sheffield, nel South Yorkshire, città operaia di
minatori. 
Si sfidavano due delle squadre inglesi più forti
all’epoca: i Reds guidati da Kenny Dalglish e il Forest di Brian
Clough
. Per diverse stagioni si contendevano campionati, coppe
nazionali e la Coppa dei Campioni, come nell’edizione del 1978/79.
Ironia della sorte, l’anno prima le due
formazioni si erano già incontrate in semifinale nello stesso
stadio.

Era una partita importante, e come tale
erano previste migliaia di tifosi di entrambe le squadre, in un
periodo storico in cui le squadre inglesi erano state squalificate
dalle competizioni europee, in seguito alla strage dell’Heysel del
1985
Circa mezz’ora prima del fischio d’inizio della partita,
previsto per le quindici, molti tifosi provenienti da Liverpool
stavano ancora aspettando di entrare allo stadio nei due settori
della curva, il numero 3 e 4, a loro riservati. I due
settori, dalla progettazione antica e non all’altezza di ospitare un
evento di quella portata, potevano contenere solo 1.600 spettatori.

Molti si presentarono in ritardo, a
causa dei lavori in corso sull’autostrada M62 che rallentarono l’afflusso di auto, tant’è che trenta minuti prima del
fischio d’inizio la Leppings Lane appariva ancora non occupata dai
sostenitori dei Reds.
A pochi minuti dal fischio d’inizio la
polizia decise di aprire un cancello che di solito serviva a fare
uscire i tifosi dallo stadio, il “Gate C”.




La decisione da parte di David
Duckenfield
e Bernard Murray, due ufficiali di polizia in servizio il
giorno del disastro, si rivelò catastrofica: moltissimi tifosi,
senza alcun controllo si riversarono nel tunnel che dal Gate C
portava ai settori 3 e 4 e schiacciarono le persone già presenti
all’interno dell’impianto, spingendole verso il basso contro la
recinzione che separava gli spalti dal campo e verso le pareti
laterali della tribuna. 
In pochi minuti, un totale di circa 3.000
persone
occupò i settori 3 e 4
In molti, nel tentativo di salvarsi,
provarono a scavalcare le recinzioni laterali, le famose fences, le
grate con spunzoni voluti per aumentare la sicurezza dal governo
Thatcher
, che separavano il campo di gioco dal settore popolato dai
tifosi che confinavano con i settori 1 e 5. Oppure tentarono di
entrare direttamente in campo scavalcando la recinzione nella parte
più bassa dei due settori.

A un certo punto crollò anche una
transenna che separava la parte superiore dalla parte inferiore del
settore: molta gente precipitò addosso a quelli che stavano sotto.
Qualcuno riuscì a salvarsi venendo
tirato su a braccia verso il secondo piano della Lepping Lane.

A circa sei minuti dall’inizio della
partita, mentre si scatenava il panico, alle ore 15:06, un poliziotto
entrò in campo e ordinò all’arbitro Ray Lewis di sospendere la
partita, mentre moltissimi tentavano ancora di scappare dai due
settori arrampicandosi sulle recinzioni e di entrare in campo.

Le incredibili immagini televisive
dell’epoca mostrano che molti tifosi improvvisarono delle barelle
staccando alcuni cartelloni pubblicitari. Nonostante ci fossero molte
ambulanze sul posto i soccorsi tardarono ad arrivare a causa del
numero elevato di persone che occupava le vie di fuga. 
E non solo: i poliziotti, impauriti,
compirono alcune cariche nel tentativo di disperdere i tifosi del
Liverpool, pensando che le invasioni di campo fossero dovute a
tentativi di atti violenti volti a turbare il regolare svolgimento
dell’incontro. 
Le strazianti immagini furono trasmesse in diretta
dalla BBC, tra lo sbigottimento dei telespettatori che volevano solo
godersi un evento sportivo.

I numeri della strage

Quel pomeriggio il medico legale
incaricato di riconoscere i corpi di decine di persone morte
schiacchiate e soffocate dichiarò la morte per asfissia
irreversibile di 94 persone.
Un ragazzo morì quattro giorni dopo in
ospedale, e un’altra persona, nel 1993, dopo anni di coma. Rimasero
ferite 800 persone, 200 in modo grave. Tutti tifosi dei Reds.

Tra i documenti secretati dal Governo,
tra le oltre 164 falsificazioni accertate della polizia, si scopre che
gli esami post mortem hanno smentito il parere del medico legale, e
stabilito che 28 delle vittime non presentavano alcuna ostruzione
cardiovascolare e 31 avevano il cuore e i polmoni ancora in funzione.
Erano quindi tutti vittima di asfissia reversibile e si sarebbero
potuti salvare.



La polizia non accertò l’accaduto

Dopo il disastro, la polizia inizia a
depistare e insabbiare la verità. 
La strategia è semplice: accusano
le vittime, sfruttando lo stereotipo del tifo violento da parte dei
sostenitori del Liverpool e di quelli in generale. “Erano ubriachi,
senza biglietti, violenti, ladri”
affermarono. 
La polizia fece anche dei test sul
sangue delle vittime (anche di ragazzini) e controllato la fedina
penale dei morti. Cercavano di depistare tutto, anche accusando
quelli che non c’erano più.

Il Sun

Quattro giorni dopo l’incidente,
il 19 aprile del 1989, il tabloid “Sun” propose in prima pagina
un titolo di due parole: “La verità”. Citando alcune presunte
testimonianze di un anonimo agente di polizia e di un membro del
partito conservatore, il tabloid accusava i tifosi del Liverpool di
aver ostacolato i soccorsi, la polizia e i soccorritori e di avere
derubato altri tifosi. 
Da quel giorno i tifosi del Liverpool,
per protesta, attuarono un boicottaggio che dura ancora oggi.

Dopo molti anni il sito del Sun, il 12
settembre 2012
, pubblicò un articolo ammettendo di aver riportato
notizie errate nel 1989. Il 13 settembre in prima pagina aprì con un
altro titolone “La verità reale”. James Murdoch, il figlio del
magnate australiano Rupert Murdoch, l’allora responsabile esecutivo
di News International, la società che controlla il Sun, chiese scusa
per come il tabloid seguì all’epoca la vicenda.

Il rapporto che cambiò il calcio
d’Oltremanica


La camera dei Lord assegnò pochi mesi
dopo a Lord Peter Taylor of Gosforth, il Giudice dell’Alta Corte
inglese, il compito di indagare sull’accaduto. 
Era l’ottava volta che
venne deciso di svolgere delle indagini su incidenti all’interno
degli stadi, ma questa volta tutto cambierà radicalmente.

Il famoso “rapporto Taylor”
diffuse il 4 agosto 1989 i risultati dell’inchiesta: fu il primo a
riconoscere la sciagurata gestione dell’emergenza da parte delle
forze dell’ordine e a scagionare dalle accuse i tifosi del Liverpool
da qualsiasi responsabilità.

Il rapporto definì gli attuali
standard di sicurezza negli stadi inglesi.
Porterà al divieto dei posti in piedi
(le tanto amate terraces da parte dei tifosi nostalgici), alla
rimozione dei tornelli di sicurezza, delle fences, alla
ristrutturazione obbligatoria degli stadi esistenti o alla
costruzione di nuovi con soli posti a sedere, copertura e obbligo di
revisione di tutti i certificati di sicurezza.

Inoltre, per migliorare il clima negli
stadi, Taylor consigliò alla polizia di cambiare atteggiamento nei
confronti dei tifosi.

La Commissione indipendente

Nel 2009, il governo inglese presieduto dal primo ministro Gordon Brown decise
di formare una commissione indipendente, denominato “Hillsborough
Independent Panel”
, per studiare i documenti fino a quel momento
secretati in possesso del governo.

La commissione fu presieduta
dal vescovo di Liverpool James Jones e comprese, fra gli
altri, un avvocato specializzato in diritti umani, la giornalista
d’inchiesta Katy Jones e un criminologo. 
Dopo quasi tre anni e circa 450.000
documenti analizzati
, la commissione confermò che le responsabilità
dell’incidente furono in gran parte dovute alla cattiva gestione
della polizia e all’inefficienza dei soccorsi. Nella relazione si
afferma che 41 tifosi sui 96 morti potevano salvarsi
se ci fosse stato un intervento più efficace dei soccorsi.

E fu così che il 12 settembre 2012
anche il primo ministro David
Cameron
, in carica dal 2010, si
scusò a nome dello stato con le famiglie delle vittime, spiegando
che “ciò che accadde quel giorno e da allora fu sbagliato”.

Liverpool, 15 aprile, ore 15:06: si
rispetta un minuto di silenzio

Ogni anno, alle
15:06, la città di Liverpool rispetta un minuto di silenzio.
Trasporti pubblici
ed esercizi commerciali si fermano. Le campane presso il municipio
vengono suonate 96 volte e nella cattedrale anglicana della città,
durante il minuto di silenzio si celebra una funzione in ricordo
delle vittime.



26.04.2016: la sentenza che
ristabilisce la verità dopo quasi tre decenni di bugie, depistaggi,
false accuse

Ventisette anni dopo si è conclusa
l’inchiesta sulla strage di Hillsbrough.
La sentenza ha stabilito che la
responsabilità fu della polizia.
Una strage evitabile, causata dalle
inefficienze della forze dell’ordine e non da cause accidentali. 
E’ questo l’esito dell’indagine
governativa che ha definitivamente chiarito quanto accaduto quel
giorno.

Al termine della prima inchiesta,
conclusasi nel 1991, la giuria aveva stabilito che i tifosi erano
morti accidentalmente, senza rilevare nessuna responsabilità da
parte della polizia dello South Yorkshire. Una versione sempre
contestata da parte dei familiari delle vittime.

Nel 2012 avevano avevano ottenuto una
prima vittoria, con la pubblicazione di un rapporto compilato da un
panel indipendente che smentiva la prima ricostruzione. Dopo aver
ascoltato per oltre due anni, a partire dal 2014 gli elementi di
quella che è stata l’inchiesta più lunga della storia giudiziaria
inglese, la giuria di Warrington ha stabilito invece che ci furono
errori della polizia nella pianificazione della sicurezza, come
quello di far entrare all’interno della settore altri 3.000
sostenitori del Liverpool, che poi hanno causato la calca fatale.

La sentenza, assimilabile a quella di
omicidio colposo ha chiuso l’inchiesta senza 
però imputati ed è stata accolta dai famigliari delle
vittime con il coro più amato dai tifosi “You’ll Never Walk
Alone”
.

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