[NEWS] Celtic, sveglia! Servono cambiamenti per fare il salto di qualità anche in Europa

Il Celtic Glasgow in questa stagione ha pagato a caro prezzo le proprie carenze in Europa League, che hanno già fatto sorgere qualche interrogativo, anche all’interno del club stesso.



Questo infatti è un momento di riflessione, poiché se inizialmente sembrava che le amnesie degli scozzesi potessero essere sistemate nel giro di una partita, e invece, mentre le disattenzioni difensive venivano evidenziate dai media e confermate dallo staff, esse si ripetevano ancora e ancora…

Tuttavia, Deila ha parlato continuamente di progresso e ha ribadito la sua fede nella propria metodologia anche dopo l’ultima partita del gruppo Europa League di giovedì a Istanbul contro il Fenerbahce.
Dal momento che sembra che Deila abbia allontanato il possibile esonero di cui tempo fa parlavamo (per via degli scarsi risultati in Europa), e quindi dovrebbe restare anche per il prossimo anno, che cosa deve cambiare il Celtic se vuole evitare di essere escluso dalla fase a gironi di Champions League per la terza stagione consecutiva il prossimo anno?

Sicuramente un aspetto in cui il club di Glasgow deve migliorare è la stabilità difensiva.
Il Celtic, per motivi di organico, raramente è stato in grado di mettere in campo la stessa linea difensiva in Europa e, quando avrebbero potuto schierare i soliti quattro, Deila scelto di apportare delle modifiche.
Il manager dal canto suo, cambiando volta per volta la linea difensiva, non ha fatto nulla per aumentare le certezze dei giocatori. I quattro difensori schierati da Deila sembrano essere le prime scelte del tecnico, ed effettivamente il reparto è sembrato più solido rispetto alle altre apparizioni.
Mikael Lustig è una figura affidabile e il teenager Kieran Tierney è emerso come un talento formidabile nonostante le circostanze difficili. È però il tandem di centrali, formato da Boyata e Simunovic a destare più di qualche preoccupazione a tifosi e società. I due dovranno dimostrare nei prossimi sei mesi di valere una maglia da titolare nel club, al momento, più rappresentativo del calcio scozzese in Europa. Se deluderanno le aspettative, è inutile continuare a tenere le mani in mano in società e bisognerà muoversi sul mercato.
Anche la situazione del portiere Craig Gordon è in discussione: se è e rimane abilissimo nel fermare le conclusioni che arrivano nello specchio della propria porta, alcune situazioni lo mettono spesso e volentieri in difficoltà, facendolo spesso cadere in tranelli che poi finiscono per costare caro al Celtic. 
Anche chi segue di meno il calcio scozzese ricorderà di un grave errore nel 3-3 contro l’Inter nella gara di andata dei Sedicesimi di Finale di Europa League, giocata a Celtic Park e conclusasi con un risultato che chiaramente avvantaggiava gli avversari in ottica passaggio del turno. Il Celtic, infatti, venne eliminato grazie alla sconfitta patita nella gara di ritorno. Si dice che la spina dorsale di ogni squadra sia composta da un grande portiere, un ottimo difensore centrale, un finalizzatore e chiaramente da un centrocampista che sappia fare il suo ruolo. 
Anche la compostezza del centrocampo è una circostanza che il Celtic dovrà migliorare.
Se la difesa del Celtic, come abbiamo visto, non è dispensata da critiche, anche il centrocampo è finito nel mirino dei giudizi negativi di tabloid e tifosi. Nella gara di Istanbul, anche Nir Biton, che sotto la guida tecnica di Deila è sempre stato autore di prestazioni da buone a ottime, è finito nel mirino delle contestazioni, reo secondo i tifosi di aver mantenuto un possesso della palla pressoché nullo e quindi di aver regalato un gran numero di contropiedi al Fenerbache. Il Celtic deve capire che queste sbavature in un palcoscenico europeo non vengono perdonate, poiché l’Europa League ha insidie nettamente più ostiche di quelle che può nascondere la Scottish Premiership in cui ce la si può cavare e fare risultato anche disputando delle prestazioni al di sotto delle aspettative.

L’assenza di Griffiths in Turchia si è fatta sentire ed ha in qualche modo lanciato un segnale al Celtic: là davanti la coperta è corta. Ciftci era infatti fuori forma, in quanto non ha ancora disputato una partita in cui è stato in campo per 90 minuti.
Deila sapeva che sarebbe stato difficile valutare la prestazione dell’ex attaccante del Dundee United, anche in relazione al palcoscenico in cui è stato gettato nella mischia, ma è chiaro che il dubbio rimane.
Inoltre, per quanto riguarda Carlton Cole, è stato preso in maggio per essere una valida alternativa a Griffiths, ma il fatto che lui sia un giocatore che può determinare una qualificazione alla prossima Champions League sarà materia di dibattito. È innegabile che Griffiths sia migliorato incommensurabilmente da quando Deila è l’allenatore del Celtic, ma è normale che come ogni giocatore possa avere giornate buone e giornate grigie. In altre parole: serve qualcuno che lo affianchi, perché un giocatore solo non può reggere il peso di un reparto e di una squadra intera, eccezion fatta per i più grandi fenomeni del calcio mondiale (definizione che, obiettivamente, non combacia col profilo di Leigh Griffiths). Il Celtic è arrivato ad un bivio e Deila e Lawwell devono valutare diversi aspetti, devono iniziare a porsi delle domande: conviene iniziare a comprare giocatori a gennaio per preparare, in questi sei mesi, la squadra ai preliminari di Champions oppure è meglio prenderli in estate e gettarli nella mischia proprio in occasione di tali incontri senza prima valutarli adeguatamente in competizioni ufficiali? Conviene rinunciare, almeno in parte, alla filosofia del club di prediligere in tutto e per tutto la linea verde del club per puntare un po’ più sull’esperienza che uno scenario come la Champions League richiede?

È fuori dubbio che queste decisioni andrebbero contro alla filosofia che il club ha pressoché sempre mantenuto da molti anni a questa parte, ma è altrettanto fuori di dubbio che tali decisioni potranno fare la differenza in sede di preliminari di Champions, per non trovarsi a dover retrocedere in Europa League e ad ottenere risultati deludenti anche lì.
Quest’ultimo palcoscenico è nettamente inferiore ad una squadra come il Celtic e il club non fa altro che perderci, sia in termine finanziario che in termine di supporto dei tifosi, che hanno tutte le ragioni del mondo per demoralizzarsi e rassegnarsi all’idea di dover seguire i propri beniamini solo in Premiership, in cui il Celtic non ha avversari e in cui ormai quello che sarà il verdetto finale è sotto gli occhi di tutti.

di Lorenzo Della Savia

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