[ESCLUSIVA] La traduzione dell’intervista di Paolo di Canio rilasciata a BBC SPORT COLUMN.

Un’altra grande esclusiva ukcalcio.com. L’intervista completa, in italiano, rilasciata da Paolo di Canio, allenatore dello Swindon Town a Gary Rose (che ringrazio), per BBC Sport Column. Un interessante colloquio che mostra ancora una volta il lato ambizioso e battagliero dell’allenatore italiano che non ha paura di pensare in grande. Una nuova grande esclusiva ukcalcio.com che vi offre sempre il meglio del calcio d’Oltremanica affidandosi ai canali d’informazione più importanti del Regno Unito.

I giocatori si comportano da attori, non da atleti.
In Inghilterra, ormai, ora più di prima, si parla soltanto di razzismo e di arbitri, non più di calcio giocato. Qualcuno ha proposto che le conversazioni tra arbitri e giocatori vengano registrate, proprio come si fa nel rugby, ma io non sono d’accordo, nè nel registrare, nè nel divulgare queste conversazioni. Mi ritengo una persona libera e non mi piacciono le telecamere in città. Londra ne è piena e non puoi visitarla senza che tu sia ripreso. Anche su Facebook le persone scrivono “Io sono qui” oppure “io sono lì” – ritengo che questa sia una cosa stupida. 
Se le parole degli arbitri venissero registrate, si sentirebbero ancora più osservati e sentirebbero più pressione. (il riferimento è alla vicenda Clattenburg che pare abbia rivolto frasi razziste a Mikel del Chelsea, ndt) Già fanno fatica ad imporre la loro autorità e dovrebbero farne ancora di più sapendo di essere sotto controllo costante. Sono contrario alla tecnologia. Fosse per me eliminerei tutte le innovazioni degli ultimi dieci anni e costringerei le persone a tornare indietro. Forse alcuni anni fa i giocatori tendevano ad essere più duri nei contrasti, ma di sicuro erano più genuini in campo. Le nuove regole e i nuovi sistemi introdotti li hanno portati ad essere meno genuini di prima.
La televisione ha distrutto tutto: ora il calcio è solo show business, non è più sport come una volta. I giocatori sono degli attori, delle star; non sono semplici atleti. Pensano al loro look. Quando sono palla al piede, anzichè pensare a tirare e segnare, si sistemano i capelli. In Italia questo processo è stato avviato da circa 10 anni e non posso credere che anche l’Inghilterra cada nella stessa trappola. I giocatori pensano soltanto alla moda, ad essere belli in campo. 
Sono un vecchio romantico: vorrei poter cancellare tutto e tornare indietro a com’era il calcio negli anni settanta. Ormai di calcio si parla sempre meno ed è questo che in Italia mi faceva impazzire. Ogni programma calcistico parla di tutto fuorchè di aspetti tattici o tecnici; quello che conta è solo ciò che accade fuori dal campo.
Prima in Inghilterra nel 99% dei casi si parlava di tattica e di abilità tecniche; ora nel 75% dei casi si parla di arbitri e razzismo. In ogni intervista mi chiedono sempre le stesse cose, del tipo perchè Jason Roberts non ha indossato la maglia “Kick it out” (una campagna volta a sensibilizzare il pubblico sul problema del razzismo nello sport, ndt) e queste domande vanno avanti per due o tre settimane. Se non vuole indossarla, perchè dobbiamo parlarne per così tanto tempo? Non vuole indossarla, non è la fine del mondo.
Questa vicenda mi sta facendo impazzire. Roberts la pensa in un certo modo e questo suo pensiero va rispettato: inutile parlarne ogni giorno. Di certo non sono venuto in Inghilterra per assistere a queste discussioni; tanto vale tornarmene in Italia.

Sono pronto per la Premier League
Sin dal primo giorno di lavoro ho dimostrato a tutti di essere pronto per allenare ai massimi livelli. Ho riconosciuto i miei errori in passato e continuerò sempre a riconoscerli. Il fatto di saperli ammettere mi rende un buon allenatore. Sinceramente non credo di dover dimostrare ulteriormente di essere pronto per allenare ad alti livelli. Chiunque può rendersi conto che al mio primo anno da allenatore dello Swindon Town ho vinto il campionato e sono arrivato a Wembley a giocarmi una finale. Ora siamo vicini alla zona play off, anche se con gli infortuni e il blocco dei trasferimenti è tutto molto più difficile. Il nostro sistema di gioco ha mostrato che siamo capaci di giocarcela contro squadre di Premier League, Championship e League One, quando eravamo in League Two; abbiamo vinto l’80% di queste gare. E tutto ciò è accaduto in 12 mesi, non in vent’anni.
Io sentivo di essere pronto anche prima dell’inizio della mia avventura allo Swindon Town, ma era solo una personale arrogante opinione: ma ora ho le prove.
Molti allenatori hanno la possibilità di allenare direttamente in premier League senza partecipare con successo alle serie minori. Non sono geloso di loro, ma in tutta onestà non conosco nessuno che abbia ottenuto il 61% delle vittorie in 75 partite. So di avere la conoscenza giusta e l’abilità per allenare in Premier League, ma devo sempre migliorare e continuare a lavorare duramente.


Bonfire Night
Celebrerò l’annuale festa del falò con mia figlia che ha assimilato questa tradizione da quando vivono in Inghilterra. Quest’anno la festa capiterà la notte prima della gara contro lo Sheffield United, mentre lavorerà sulla preparazione della gara, porterò mia figlia a festeggiare in giardino.


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