Per vedere inserito il vostro racconto nella seconda parte, inviatelo via email a: alfonsorusso @ ukcalcio.com
MASSIMO CORSINI
Avevo 7 anni piu o meno, studiavo il Regno Unito a geografia e la lingua inglese, ovviamente ero una grandissimo tifoso di calcio (Lazio) cosi vidi in tv le gesta
delle squadre britanniche più blasonate, ovviamente ero molto attratto dai Red Devils erano uno spettacolo i vari Giggs Beckham Scholes Yorke. Così mi inizio ad interessare davvero comprando riviste che una volta in Italia uscivano dove si parlava del British Football, mi inizio a fare una “cultura” calcistica Britannica e così conosco anche altre squadre inglesi. Poi nel 2005 mi viene attivato Internet è li che inizia l’approfondimento sul calcio inglese ma anche scozzese, divento un fan scatenato leggo le varie storie di alcuni club, leggo anche informazioni riguardo le tifoserie e gli Hooligans vedo film sul calcio inglese mi appassiono di brutto. Inoltre io sono un fan scatenato del mio indiscusso idolo Paolo Di Canio, come ho saputo che ha giocato in club inglesi i miei occhi si sono illuminati: un romano laziale che viene chiamato “The God” fantstico. Così continuo ad informarmi leggo un libro che parla anche degli ICF del West Ham seguo la cultura calcistica britannica con passione proprio come seguo la mia Lazio ma son sincero nel Regno Unito non vi è squadra che io tifi o stimi di più le apprezzo tutte solo perchè sono innamorato di quel calcio passionale, intenso, fantasioso, maschio, BRITANNICO.
Essendo un mezzosangue italo-inglese (mia madre viene dal west end londinese, a 2 passi da Covent Garden e con il Theatre Royal fuori dalla finestra) ho da sempre respirato le atmosfere e il modus vivendi britannico nel calcio come nella vita.
Anche il football, di conseguenza, ha sempre fatto parte della mia vita: avendo una famiglia totalmente royal blue fin dalla mia primissima infanzia ho seguito con interesse sempre crescente le sorti del Chelsea, con la vittoria dell’FA Cup nel ’97 e il trionfo nella Coppa Coppe ’98, complice il gol di Zola segnato 30 secondi dopo il suo ingresso e gli urli scomposti di Carlo Nesti nella diretta RAI.
Ricordo come se fosse ieri anche una sventurata ma bellissima partita degli ottavi di finale dei mondiali del ’98, con la magia di un folletto diciottenne che rispondeva al nome di Michael Owen e la sciocchezza di un altrettanto giovanissimo David Beckham, che con la sua espulsione precluse il passaggio del turno ai Tre Leoni di Hoddle.
Mancava ormai solo una cosa per rendere la mia crescente passione per il football d’oltremanica un vero e proprio amore: l’esperienza sul campo.
L’occasione si fece propizia nell’aprile del 2000. Mi trovavo sull’isola per una classica riunione di famiglia (l’anniversario di matrimonio dei miei nonni, se non sbaglio) quando fui avvicinato da uno dei miei 2 zii, Jim (malato di blue dai tempi di Osgood, Bonetti e Harris) che sentenzia: <<Mate, ho 2 biglietti in più per la partita di sabato, a te e tuo fratello piacerebbe venire al Bridge con me?>> Non aspettavo altro. <<Certo Jim, con chi giochiamo?>> <<Chelsea-Liverpool figliolo.>>
Era mercoledi sera, ma nei 3 giorni che mi separavano dal weekend non riuscivo a pensare al altro. Mi attendeva un esordio pirotecnico contro una delle squadre più forti del calcio albionico ed europeo.
Sabato mattina, prevelato da mio zio, Piccadilly line da Covent Garden a Earl’s Court e cambio per la linea verde fino a Fulham Broadway (mi ero già studiato le fermate a memoria nell’attesa!) e siamo arrivati. Fuori dalla stazione (già pieno di stalls alternati fra venditori di programmi, venditori di merchandising e venditori di hot dogs e burgers) svolta a sinistra, 100 metri a piedi ed eccolo…20 metri davanti a me troneggiava in tutto il suo splendore il mitico Stamford Bridge, con il suo piazzale già pieno di tifosi.
Dopo un pit stop velocissimo di mio zio al pub (io e mio fratello non potevamo entrare!) ci avviammo all’ingresso della Matthew Harding Stand.
Difficile spiegare a parole cosa si prova ad entrare per la prima volta in uno stadio cosi bello, e soprattutto cosa significhi per un bambino di 11 anni…il sole che riflette su un campo che sembra un panno di biliardo, i cori che tagliano l’aria, 40000 persone unite come una famiglia dal royal blue.
La partita, per quanto mi riguarda, passò in secondo piano: una vittoria secca per 2-0 firmata da Weah e Di Matteo, per una squadra carichissima che aspettava solo di poter giocare, di li a poco, l’ultima finale di FA Cup da disputare nel vecchio Wembley contro i Villans di Birmingham.
Io ero totalmente distratto, rapito, affascinato da quello che accadeva attorno al terreno di gioco. Un atmosfera magica che, in tutte le altre volte che sono stato al Bridge nel corso degli anni, ho visto via via scemando, soffocata dai soldi del magnate russo e dai turisti giapponesi annoiati con 3000 macchine fotografiche al seguito.
Resta il fatto che in quel giorno di grazia dell’aprile del 2000 io mi innamorai di una cultura, un modo di vivere, una bandiera, un simbolo.
GRAZIE per avermi dato la possibilità di condividere con altri questa mia esperienza e avermi fatto tornare alla mente uno dei giorni più belli della mia vita.
VALERIO ACCORSI
La mia storia da tifoso del West Ham United comincia proprio su un Intercity ( segno del destino). Era una domenica mattina, mi trovavo da solo alla Stazione Termini di Roma e stavo per prendere il treno che mi avrebbe portato a Reggio Emilia per seguire la mia squadra del cuore italiana…ovvero la Reggiana. Il treno “stranamente” quel giorno fece un’ ora di ritardo e pensai bene, nell’ attesa, di recarmi in libreria per vedere se c’ era qualche libro sul football che avrebbe potuto interessarmi. Il primo libro che mi capitò sotto mano fu Congratulations You Have Just Met the ICF. Mi incuriosì e lo comprai anche perchè costava solo 10 € e così cominciai a leggerlo nell’ attesa del treno. Premetto che del West Ham United sapevo pochissimo: non conoscevo praticamente niente di questa squadra, sapevo solo che Di Canio li era un idolo, non conoscevo la storia, non conoscevo lo stadio, sapevo a malapena che cos’ era la ICF ma sinceramente non mi piaceva ne il calcio inglese e il mio unico pensiero era la Reggiana.
Lessi il libro e ne rimasi estasiato, cominciai ad informarmi meglio su quella banda di scalmanati che metteva a soqquadro l’ Inghilterra nel nome del West Ham…Cass Pennant, Bill Gardner, Andy Swallow, la Five Under Posse, Micky Smith…..grazie a loro io mi sono letteralmente innamorato del West Ham United.
Ho di conseguenza incominciato a seguire le gesta della squadra, all’ inizio era semplice interesse, guardavo solo il risultato finale, poi piano piano il mio interesse cresceva…grazie a Sky Sport vedevo le partite e cominciai a ” preoccuparmi” quando stavo male, sempre più male per le sconfitte della squadra. Poi arrivò il giorno della mia prima partita ad Upton Park: un sogno.
Tutti quei posti che avevo immaginato leggendo il libro erano diventati realtà: la metro di Upton Park dove per arrivare devi passare quelle storiche di Mile End e West Ham, la Green Street che sembra non finire mai, il mercato coperto campo di mille battaglie…e poi subito dopo arriva il Queen’s lo storico pub dei tifosi del West Ham. Non scorderò mai la prima volta che c’ ho messo piede dentro! Mi immaginavo Bill Gardner e Cass Pennant vent’ anni prima che studiavano il percorso migliore per andare a stanare quelli del Millwall, oppure le risse con quelli del Chelsea e del Man United….troppo bello e troppo romantico!!
Poi dopo circa 200 mt che percorri la Green Street sulla sinistra appare una visione meravigliosa…la nostra casa, Upton Park.
Qui non ci sono veramente parole, nessuno può descrivere quello che si prova ad entrare in quello stadio, nessuna persona al mondo può capire se non c’è mai stato. Appena metti piedi dentro rimani senza parole, letteralmente a bocca aperta, sembra di tornare in dietro di 30 anni per l’ atmosfera che si respira.
Il resto, per quanto mi riguarda, è cosa di tutti i giorni: penso al West Ham 24 h su 24, solo la mia ragazza ha più importanza del West Ham United, i Martelli d’ Italia sono la mia seconda casa ed i suoi componenti sono fratelli per me.
Ho praticamente abbandonato il calcio italiano, la Reggiana non la seguo più come prima perchè tutto è diventato impossibile, l’ aria di odio che si respira negli stadi italiani mi fa schifo, a differenza dell’ Inghilterra dove andare allo stadio è una festa ed uno stile di vita. Tutto questo grazie a quei ragazzi che andavano in giro a farsi rispettare e a tenere in alto il nome della squadra di East london, il nome del WEST HAM UNITED.
ILARIA GIANNONE
La mia passione per il calcio inglese è nata da quando ero ragazzina , ho visto una volta in tv una partita e me ne sono innamorata.Mi piace tutto: il modo di giocare , l’atmosfera che si respira allo stadio, il tifo , le canzoni … è tutto un’altro mondo!!!:)
Da allora non ho più smesso di seguirlo!Anche se sono una tifosa del Manchester United seguo tutte le altre partite.
Mi piacerebbe un giorno poter andare a vedere una partita allo stadio , sarebbe fantastico!!!:)
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http://it.wikipedia.org/wiki/Gary_Shaw
la mia passione nasce da qui grazie alle telecronache di michele plastino
danilo