[SPECIALE] La storia dell’AFC Wimbledon: dalle ceneri, alla gloria.

CI SONO VOLUTI SOLO NOVE ANNI – E’ questa l’immagine
simbolo dell’AFC Wimbledon che, partendo da zero, in soli nove anni ha raggiunto
il calcio professionistico. (foto: dailymail.co.uk).

Sono passati esattamente dieci anni da quando, nell’Agosto del 2001, prendeva ufficialmente forma l’idea di cercare una nuova (e definitiva) casa, dopo trent’anni di proposte, rinvii e indecisioni. Così il Wimbledon FC non solo decideva di dare un taglio netto al proprio recente passato di squadra “con uno stadio in affitto”, ma come una stella che subisce un collasso gravitazionale per esaurimento delle proprie fonti energetiche, generava due nuove realtà ben diverse tra loro: il Milton Keynes Dons e l’AFC Wimbledon.

Veduta aerea del Plough Lane, storico impianto del Wimbledon
F.C. Lo stadio è stato demolito nel 2002. (foto: premierfootballbooks.co.uk).
Questa decisione metteva la parola fine alla storia di un club, fondato nel 1889, che vantava nel suo palmares una FA Cup conquistata nella stagione ’87-’88 e una FA Amateur Cup nel 1962-1963.
Come abbiamo già visto nello speciale sull’FC United of Manchester, anche nella genesi dell’AFC Wimbledon il forte senso di appartenenza e di attaccamento alla tradizione, che permea non solo lo sport, ma in generale, tutta la cultura britannica, ha giocato un ruolo decisivo, sempre per il tramite dell’azione dei tifosi.
Per comprendere appieno il ruolo rivestito dalla tradizione è impossibile prescindere da quella che potremmo deinire “questione stadio”, ovvero il grande problema che dalla metà degli anni ’70, ha afflitto la dirigenza del Wimbledon FC.
La situazione di incertezza dovuta sia alle ristrettezze economiche del club che hanno impedito un ammodernamento dell’impianto in seguito alla promozione in Football League nel ’71-’72, sia ad un intervento della High Court che, in applicazione di un decreto di Re Carlo I (1628) aveva impedito la costruzione di un mercato nella zona antistante lo stadio per reperire fondi, venne forzatamente superata soltanto nel 1991 quando il Rapporto Taylor (vedi nota 1), relegò, di fatto, Plough Lane a ospitare la formazione delle riserve fino al 1998. 
La necessità di trovare un nuovo impianto diventava dunque sempre più stringente e si optò per una sede non lontana da quella storica di Plough Lane per non traumatizzare eccessivamente i tifosi dei DonsSelhrust Park

Il Wimbledon F.C. a Selhrust Park: Febbraio 1991,
Wimbledon-Coventry. (foto: coventrytelegraph.net).
Questa situazione temporanea si protrasse fino all’agosto di dieci anni fa quando, riprendendo un’idea già discussa negli anni ’70, si decise di trasferire la squadra a Milton Keynes, città a 90 km a Nord di Wimbledon e – caso rarissimo in Inghilterra – senza un team locale.
Così, dopo aver cambiato nome in Milton Keynes Dons ed aver giocato tre anni nel National Hockey Stadium, il figlio illegittimo del Wimbledon FC si sistemava definitivamente nel moderno StadiumMK

Veduta dall’interno dello StadiumMK. Visibile il nick Dons, la
cui appropriazione da parte della nuova società è
storicamente illegittima. (foto: virtualviewing.co.uk). 
Ed è proprio quando tutte le attenzioni sono rivolte ad una cittadina del Buckinghamshire, fino a quel momento sconosciuta ai più, che entra in campo (è proprio il caso di dirlo) il senso di appartenenza e di tradizione dei tifosi del Wimbledon FC, che non possono avallare un cambiamento così radicale: la modifica al nome è già di per sè inaccettabile, figurarsi il trasferirsi in un’area geografica che non ha alcun contatto con la storia del proprio club.
Così, nel febbraio del 2002, circa 1200 tifosi dei Dons si riunirono per fondare il The Dons Trust, che ancora oggi cura gli interessi della società che verrà fondata nel giugno dello stesso anno da un gruppo di 750 supporters, capeggiati da Kris Stewart, già membro del WISA (Wimbledon Indipendent Supporters Association – vedi nota 2) e nominato presidente della neonata società.

Il logo. (fonte: afcwimbledon.co.uk)

Nonostante le grandi difficoltà nell’assemblare una squadra, il Board della società che verrà chiamata AFC Wimbledon (dove AFC è l’acronimo di A Football Club) organizzò un maxi provino nei pressi di Wimbledon Common (un immenso spazio pubblico a Sud Ovest di Londra) al termine del quale furono scelti i giocatori che avrebbero formato la rosa per la successiva stagione. La prima gara nella storia dell’AFC Wimbledon è stata l’amichevole pre-campionato contro il Sutton United persa per 4-0.
Dopo un terzo posto nella Combined Counties League (questo il livello assegnato ai Dons), sotto la guida del primo manager Terry Eames, la stagione 2003-2004 si caratterizza per un record incredibile: 32 vittorie consecutive ed una striscia di 78 risultati utili consecutivi per tutto il 2004-2005. Un dominio assoluto conclusosi con la promozione in Prima Divisione.
Le due stagioni successive vedono sfumare di un soffio l’ulteriore salto di categoria e il 2007 si chiude con una penalizzazione di 3 punti (la proposta iniziale era di 18 punti) per alcune irregolarità nella trattativa che portò il centrocampista Jermaine Darlington alla corte dei Dons.
Ma la svolta ha inizio l’anno successivo quando, sotto la guida di Terry Brown, l’AFC Wimbledon supera in finale play-off lo Staines Town e raggiunge la promozione in Conference South bissando il successo l’anno seguente, con un’altra promozione agguantata all’ultima giornata di un campionato dominato sin dalle prime battute.
Dopo un 2009-2010 di assestamento in Conference National (sul cui rendimento hanno pesato molto  le quattro sconfitte nelle ultime cinque gare di campionato che hanno di fatto precluso ai Dons l’accesso ai playoffs), è nell’annata 2010-2011 che avviene il grande salto nel mondo del calcio professionistico.
Nella sua ultima stagione di Non League, l’AFC Wimbledon ha assistito al trionfo del Crawley Town, che con 105 punti (ben 15 punti di distacco dai Dons classificatisi secondi) sono stati i dominatori incontrastati della Conference National. Luton e AFC Wimbledon, le squadre che hanno maggiormente impressionato nell’arco della stagione, si sono affrontate nella finale playoff e il grande equilibrio che ha regnato lungo tutto il corso della stagione, veniva spezzato solo dai calci di rigore che consegnavano il trionfo ai Dons.

STEMMA E COLORI SOCIALI

Lo stemma del Wimbledon F.C.
(wikipedia.org).

Lo stemma dell’AFC Wimbledon.
(wikipedia.org).
Lo stemma del Milton
Keynes Dons F.C.
(wikipedia.org).

Queste tre immagini chiariscono in modo definitivo come l’AFC Wimbledon si ponga quale unico erede legittimo dello storico Wimbledon FC: la somiglianza dei due stemmi è evidente, così come è evidente la diversa via imboccata dall’MK Dons il cui stemma non ha alcun riferimento alla storica società. E’ prova di ciò la decisione di inserire l’anno di fondazione in numerazione romana (MMIV = 2004).

IN ALTO – L’attuale kit casalingo dell’AFC Wimbledon
(fonte: afcwimbledon.co.uk). IN BASSO – Una riproduzione
del penultimo kit casalingo del Wimbledon FC
(fonte: footballkitsdesign.blogspot.com).
Anche in questo caso è evidente la volontà di
dare continuità alla storia.

Nella sua breve e recente storia, l’AFC Wimbledon ha sempre sorpreso e regalato grandi emozioni. Non ci sentiamo di escludere la possibilità che anche in questa stagione – la prima nel calcio professionistico – i Dons non siano in grado di regalare ai propri tifosi e agli appassionati di calcio altre gioie inaspettate. Ci auguriamo che le immagini di questo video siano solo l’inizio.

NOTE:
(1) Il Rapporto Taylor (dal nome del Presidente delle Corti di Inghilterra e Galles, Taylor of Gosforth) fu redatto in seguito alla tragedia dell’Hillsborough Stadium di Sheffield ed impose nuove regole sulla sicurezza degli stadi inglesi. Tra gli altri, l’obbligo più importante che il Rapporto introdusse fu che tutte gli stadi dovevano avere esclusivamente posti a sedere destinati a spettatori muniti di biglietto. A questo link è possibile scaricare il file PDF del Rapporto.
(2) Come sancito nello statuto (art. 1.2.1.) il fine principale del WISA è quello di far si che il Wimbledon possa ritornare a giocare nel London Borough of Merton


Gli stemmi riportati in questo articolo appartengono ai rispettivi proprietari. Pubblicazione da intendersi a solo scopo divulgativo.




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