[FA COMMUNITY SHIELD] Il Manchester United si aggiudica il primo trofeo della stagione: 2-3 al City. Le pagelle.

I giocatori alzano il trofeo. (foto: manutd.com).
Il Manchester United si aggiudica l’ottantanovesima edizione dell’FA Community Shield, che come di consueto apre la stagione calcistica delle squadre di Premier League, battendo il Manchester City per 3-2. Era la prima volta nella storia che due squadre della stessa città si contendevano il trofeo.

Nella prima frazione, la gara è stata tutt’altro che spettacolare. Nonostante i ritmi bassi, si è subito intuita la differenza nella condizione atletica delle due squadre: United molto più sciolto e brillante, City più pesante e lento nei movimenti. Complice il vantaggio del City, nel secondo tempo la partita è stata molto più combattuta e ricca di occasioni.
PAGELLE

Manchester United

DE GEA 5,5 – Al neo portiere del Manchester United spetta un ruolo molto difficile: sostituire uno dei portieri più forti della storia recente dello United: Edwin Van der Sar, acquistato dopo aver sperimentato infruttuosamente vari portieri. L’augurio che gli facciamo è quello di vestire la maglia dei Red Devils da protagonista, non da comparsa. L’errore tecnico sul gol del 2-0 di Dzeko non è un buon biglietto da visita, ma la stagione è lunga.
SMALLING 6,5 Non brillante nel primo tempo, cresce nel secondo e ha il merito di riaprire la partita. Non poco per essere l’esordio stagionale.
FERDINAND 5 Evidente l’errore in marcatura in occasione del gol del vantaggio del City. Ferguson lo sostituisce ad inizio secondo tempo. Non esistono gerarchie.
— EVANS 6 Sostituisce il Maestro e non lo fa rimpiangere, anzi. Con il giovane collega centrale si trova a meraviglia. Giusto una pericolosa sbavatura da cui si riprende immediatamente.
VIDIC 6 Senza dubbio meglio di Ferdinand, ma questo non lo risparmia dalla sostituzione nell’intervallo. Non esistono gerarchie: repetita iuvant.
— JONES 6 Il City non crea troppi problemi, ma lui mantiene l’ordine senza troppe difficoltà.
EVRA 5,5 Rischia il rosso con un intervento pericoloso, si lamenta della sostituzione pur non avendone diritto.
— RAFAEL 6 Normale amministrazione contro un City non pericoloso nella sua zona.
NANI Si parla sempre troppo poco di lui. Vissuto all’ombra di Cristiano Ronaldo, Nani è diventato un perno della fase offensiva dello United e si fa sempre sentire, sia nella costruzione del gioco che sotto porta. Finalizza la splendida azione con Rooney e Cleverley del 2-2 e consegna il titolo ai suoi sfruttando l’errore di Kompany per il 2-3. 
CARRICK 6 Non entusiasma mai, però riesce sempre a trovare la sufficienza in pagella.
CLEVERLEY 6,5 Il giovane Under-21 inglese non è per nulla intimorito dallo scenario di Wembley, anzi riesce a guadagnarsi la gloria grazie all’assist di prima per Nani sul 2-2. Il futuro è qui.
ANDERSON 6,5 Tra le sue partite migliori allo United, se non la migliore. Guida il centrocampo sia in fase di contenimento che di appoggio al gioco.
YOUNG 6,5 Non soffre troppo l’esordio, anzi cerca di proporsi immediatamente nel vivo dell’azione. Sua la punizione messa in rete da Smalling.
ROONEY 6 Ancora non nel pieno della forma, ma riesce comunque ad essere decisivo col movimento e con l’assist di tacco per Nani che rimette in parità il risultato.
WELBECK 6 E’ stata l’unica nota positiva della spedizione dell’Under-21 agli europei ed oggi ha fatto vedere buone cose. Può essere un ottimo rincalzo in una stagione lunga e piena di gare.
— BERBATOV s.v. Spiccioli di partita. Cessione in vista?
Manchester City

HART 6  Non può nulla in nessuno dei tre gol, anche sembra dare sempre l’impressione di essere tra le nuvole.
RICHARDS 6 Va in bambola, come il collega Kompany, quando Rooney-Cleverley e Nani si mettono a giocare a flipper davanti l’area di rigore. Per il resto, buona prestazione. Ha ancora molti margini di miglioramento, infortuni permettendo.
KOMPANY 5 Se non fosse stato per la sua prestazione fino al 93°, l’insufficienza sarebbe stata molto più grave. In una squadra che vuole puntare in alto è necessario mantenere alta la concentrazione, certi errori non si perdonano.
LESCOTT 6,5 Apre le danze rubando il tempo a Ferdinand e dimostrando di non aver perso il vizio del gol.
KOLAROV 4 La nota positiva è che oggi, stranamente, non ha mai tirato in porta, ma si è limitato ai cross da calcio da fermo. Forse perchè è stato avvisato del fatto che non serviva più qualcuno che demolisse le torri di Wembley. Strano che non abbia raccolto la nuova sfida: “colpisci l’Arco”.
— CLICHY 6 Qualche incursione, ma non si poteva pretendere di più all’esordio. 
DE JONG 5,5 Concorso di colpa con attenuante in occasione del 2-3.
SILVA 6 Gioca troppo lontano dalla porta (e non è colpa sua), ma nonostante questo cerca disperatamente di entrare nel vivo del gioco riuscendoci solo a tratti.
YAYA TOURE 5,5 Anche lui viene travolto dalla pochezza atletica del centrocampo. Non raggiunge la sufficienza.
MILNER 4,5 Il mezzo voto in più rispetto a Kolarov lo guadagna perchè prova a far qualcosa correndo. Peccato che in alcuni casi sia una corsa a vuoto.
— JOHNSON s.v. Entra ma non riesce ad incidere.
BALOTELLI 5- Indisponente. Ha talento, ma il pessimo carattere lo offusca. Reagisce in modo ingiustificato contro Vidic. Mancini lo fa uscire prima che ci pensi il direttore di gara Dowd.
—BARRY 5 Cerca di dare compattezza a centrocampo, ma entra quando la diga è già compromessa. Resta il fatto che non è più il Barry dell’Aston Villa.
DZEKO 5,5 Segna non per merito suo il gol del 2-0. In occasione del 2-3 non riesce a trattenere una palla vagante, nonostante la sua mole, dando il la al contropiede dello United. Sopravvalutato?
Non è stata una gara entusiasmante e lo stesso United non ha convinto. Tuttavia il risultato è sintomatico di due “approcci caratteriali” delle squadre speculari. Da un alto la corazzata di Ferguson che pur non brillando, riesce sempre a far emergere quella genetica voglia di vincere che permette di raggiungere traguardi importanti anche senza convincere sul piano del gioco e dall’altro il City,che ha mostrato ancora alcuni limiti e debolezze che una grande squadra, per definirsi tale, non può avere. Mancini deve lavorare sul piano caratteriale per rendere il City una “squadra”: quest’anno c’è l’esame di maturità.

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