Entrambe venivano da stagioni sottotono. Una, però, si è data il contentino, l’altra è invece rimasta al palo. Più che normale che, in casa Tottenham e Manchester United, l’indomani della finale di Europa League vinta dai londinesi con un’autorete di Shaw, gli stati d’animo siano diametralmente opposti. Il Tottenham ha confermato di fare vedere ai Red Devils la realtà dipinta di nero ogni qual volta si trova ad affrontarli. Quattro sfide ufficiali, altrettante vittorie tra Premier League, Fa Cup e, appunto, finale di Europa League. Gli Hotspurs si troveranno così addirittura a varcare i cancelli che immettono alla Champions League.
Europa League, Ange Postecoglou, tecnico del Tottenham: “vinco sempre al secondo anno”
A fine partita, lascia in soffitta la modestia e si lancia nel canto di vittoria profumato di autostima: “sono un vincente”. Ange Postecoglou, tecnico del Tottenham, non è al settimo cielo soltanto per l’ottenuta affermazione in Europa League che permette alla società londinese di mettere nell’argenteria di famiglia la terza Coppa Uefa della sua storia. Il suo epinicio suona anche come un canto urlato alle orecchie di più di un detrattore che lo aveva accusato di non avere dato alla squadra la dovuta personalità. “Vinco sempre al mio secondo anno– diceva lo scorso settembre affidando la sua disamina alla BBC – nulla è cambiato, non dico le cose a meno che non ci creda“. Vaticinio realizzato. Poi qualche concessione a un atteggiamento guascone che è direttamente proporzionale alla rabbia accumulata per una lunga processione di mesi per i musi lunghi dei suoi detrattori verso il lavoro svolto nella città del Big Ben. “Sono un vincitore– dice alla BBC – vincere è quello che faccio di più, anche quando ho firmato è stato detto dalla società “abbiamo cercato i vincitori e non ha funzionato e ora abbiamo Ange”. In conclusione, a corollario dell’analisi e casomai non fosse ancora risultato chiaro a sufficienza, chiosa: “amico, sono un vincitore”.
Riguardo al futuro del tecnico greco naturalizzato australiano ed ex Celtic nonché vincitore di un oro con l’Australia nella Coppa d’Asia del 2015, non emergono ancora indicazioni ufficiali. Ma anche le pietre sanno che tra lui e certa parte della dirigenza del Tottenham non è mai corso buon sangue, quindi l’addio sembra ormai scontato. Vada come vada, Angelos (questo il suo nome per esteso) l’orgoglioso ha comunque già ottenuto quello che si prefiggeva, lasciare il suo nome a caratteri cubitali nella biografia calcistica del Tottenham.
Europa League, Ruben Amorim, tecnico del Manchester United: “eravamo la squadra migliore, ma purtroppo non siamo riusciti a segnare”
Ogni gol mancato dai suoi, nella ripresa, gli deve essere suonato come un fendente al cuore. Dagli e ridagli, deve avere pensato, la palla varcherà la linea bianca della porta del Tottenham. Una speranza che, con il passare dei minuti, è andata decomponendosi. Ruben Amorim è comprensibilmente una maschera di delusione. Anche perché il suo Manchester United, alla pari del Tottenham, contava sulla finale di Europa League per portarsi a casa almeno un souvenir luccicante a fine stagione dopo che il campionato gli aveva regalato solo un sacco di carbone. E invece nulla. Il Manchester United lascia la bacheca dei suoi trofei senza dovere fare spostamenti per farne entrare uno nuovo. E al tecnico dei Red Devils non va giù davvero: “sono addolorato prima di tutto per i tifosi – spiega al sito della società – voglio subito dire che non mi va adesso di parlare di futuro, quindi parliamo di quanto accaduto. Ci sono stati momenti in cui non abbiamo creato situazioni, questa partita, però, non è uno di quelli. Abbiamo avuto diverse opportunità con giocatori diversi. Il mio lavoro è cercare di migliorare i giocatori e per questo mi sono sempre impegnato. Oggi non siamo stati perfetti, d’accordo, però siamo stati migliori dell’avversario e purtroppo non siamo stati premiati, il loro portiere Vicario del resto è stato molto bravo”.
Il boccone più duro da ingoiare è non essere il prossimo anno in Europa. Ma Ruben il pragmatico non vuole piangere sul latte versato e preferisce guardare avanti: “è chiaro che la tristezza per non essere a giocarsela in Europa c’è – conclude – adesso penseremo a darci tempo per impostare la prossima stagione e per concentrarci meglio sulla Premier League”.