[SPECIALE] Gli Invincibili: la storia del Preston North End.

C’erano una volta gli “Invicibles”, gli “Invincibili”. E’ il Preston North End, club fondato nel 1863, che, agli albori del football, vantava una storia gloriosa costellata di vittorie e ricca di grandi giocatori. 

1888/89: Il Preston North End vince la Football League e la FA Cup
(in piedi: William Sudell, Bob Holmes, Nick Ross, David Russell, Bob Howarth, Johnny Graham, Robert Mills-Roberts; seduti: Jack Gordon, Jimmy Ross, John Goodall, Fred Dewhurst, Geordie Drummond)
Nella stagione in corso non si festeggiano soltanto i 125 anni della Football League: altrettanti, infatti ne compie il Preston North End la cui storia risulta essere intimamente legata agli albori del calcio professionistico.
In questo speciale ripercorreremo i tratti salienti dell’affascinante parabola discendente di una squadra i cui giocatori hanno meritato l’appellativo di Invincibili.

Come per gli altri membri fondatori della Football League, anche la nascita del Preston North End è legata allo sport più in voga in Inghilterra nella seconda metà dell’800: il cricket. Nel 1863, infatti, venne fondato il Preston Nelson le cui attività sportive si svolgevano al The Marsh. Tuttavia, la maggioranza dei soci del club optò per un immediato trasferimento a Moor Park e questa scelta comportò l’adozione dell’attuale suffisso North End che indicava il nuovo “quartier generale” situato a nord di Preston (città del Lancashire di cui si ha notizia anche nel Domesday Book [1086] dove viene indicata con il nome di Prestune).
I primi anni di storia del Preston furono subito caratterizzati da grandi difficoltà economiche, superate solo grazie alla passione dei soci fondatori, estremamente legati alle proprie radici e per questo convinti nel voler dotare la propria città di una stabile organizzazione sportiva.
Nonostante le difficoltà economiche, i soci fondatori – tra cui il 16enne William Sudell, ciclista, nuotatore nonchè discreto giocatore di cricket e rugby – presero una decisione fondamentale per la storia del club nel 1875 quando affittarono un terreno nei pressi di Deepdale dove ancora oggi sorge lo stadio che ospita le squadre casalinghe del club.
La prima gara si giocò il 5 ottobre 1878: il Preston perse 1-0 contro l’Eagley. Nel giro di pochi anni, il football iniziò ad essere lo sport più praticato non soltanto nell’area di Preston, ma in tutta l’Inghilterra e questo condusse i soci fondatori ad adottare definitivamente le Association Rules  e a concentrare gli sforzi della società esclusivamente sul calcio. La sconfitta per 10-0 subita nel maggio 1881 contro il Blackburn Rovers non placò l’entusiasmo. William Sudell si recò in Scozia assicurandosi le prestazioni sportive di Nicholas John Ross che riuscì a guadagnarsi la reputazione di miglior giocatore d’Inghilterra, oltre a Drummond, Russel e Gordon, atleti che costituirono la base di quella che fu la squadra degli “Invincibili”.
Sudell continuava a costruire quella squadra che avrebbe scritto la storia dei primi anni del football e contemporaneamente diede inizio alla battaglia per l’introduzione del professionismo nel calcio: egli infatti retribuiva i giocatori della sua squadra offrendo loro lavoro nel cotonificio di cui era proprietario, idea che, come vedremo oltre, gli causerà problemi con la giustizia. La battaglia del professionismo sembrava persa in partenza, quando la FA decise di escludere il Preston dalla FA Cup nel 1884, ma si concluse con una vittoria quattro anni dopo, quando il Preston si trovò tra i membri fondatori della Football League.
James Ross (fratello di Nicholas John), Sam Thomson, e John Goodall furono le pedine mancanti per la costruzione della “squadra degli Invincibili”. Imbattuti dal 22 agosto 1885 al 26 aprile 1886, 318 goals fatti e solo 60 subiti. Il Preston era la squadra perfetta. La stagione 1887/1888 si concluse con 42 vittorie consecutive, ma anche con la delusione di aver perso la finale di FA Cup contro il West Bromwich Albion. Ma sarà la stagione successiva a rimanere negli annali: il Preston fu la prima squadra della storia ad aggiudicarsi il Double: campionato ed FA Cup. I tre secondi posti consecutivi nelle successive stagioni, segnarono la fine dell’era Sudell. Un personaggio la cui figura e la cui importanza nella storia non solo del Preston sono ormai universalmente riconosciuti.
Dopo anni di alti e bassi, il Preston raggiunse nuovamente la finale di FA Cup nel 1922 persa di misura contro l’Huddersfield Town, mentre il 1924 fu l’anno del ritiro di Joe McCall: il primo “mito” dei tifosi che per 20 anni vestì la maglia del Preston.

Il secondo (ed ultimo) successo in FA Cup per il Preston, arrivò nel 1938, quando la rete siglata su calcio di rigore al 119′ da Mutch segnò la rivincita degli Invincibili contro l’Huddersfield Town. Dopo la finale persa nel 1954 contro il West Bromwich Albion, il Preston partecipò per l’ultima volta nella sua storia ad una finale di FA Cup nel 1964 quando dovette arrendersi al West Ham United per 3-2. Anche in quel caso però, il North End scrisse la storia: Howard Kendall, 17 anni e 345 giorni, fu il giocatore più giovane a partecipare ad una finale di FA Cup. Nel 1960 Sir Tom Finney annunciò il suo ritiro dal calcio giocato: le 187 reti in 433 presenze, oltre alle 30 reti siglate con la Nazionale gli valsero l’Olimpo del calcio inglese.
Il declino del Preston North End coincise con l’abolizione del tetto massimo ai compensi per i calciatori, aprendo la strada ad un fenomeno oggi diffuso: i proprietari che disponevano di ingenti somme economiche ebbero la possibilità di acquistare i migliori giocatori in circolazione. Una beffa per il Preston che con William Sudell aveva fatto del professionismo (e quindi della retribuzione ai calciatori) una vera e propria battaglia.
Dopo la retrocessione in Third Division nella stagione 1969-70 e la successiva promozione in Second Division, nel 1973 venne nominato allenatore il campione del Mondo Bobby Charlton che però condusse la squadra ad una nuova retrocessione in Third Division, prima di dimettersi dopo due stagioni. Il 1985 fu l’anno della retrocessione in Fourth Division, mentre l’anno successivo il Preston rischiò di finire in Football Conference evitata solo grazie ad una votazione che consentì alle ultime quattro classificate di mantenere la categoria (questo sistema, definito Re-election System, in uso fino al 1986, era l’unico modo per le squadre di Non-League di accedere alla Football League. Nell’Annual General Meeting, le squadre di Football League votavano se retrocedere le ultime quattro classificate, ammettendo le prime classificate in Football Conference o consentire ad esse di mantenere il loro status in Football League. Dalla stagione 1986-1987 venne introdotto l’attuale sistema promozione/retrocessione, ndr). John McGrath portò il Preston nuovamente in Third Division, ma i tifosi riposero le proprie speranze in John Beck che aveva conquistato due promozioni consecutive con il Cambridge United. Speranze vane che si infransero contro la retrocessione dalla neonata Division Two e la sconfitta nella finale playoff di Third Division.

Il vero successo fu la breve era David Moyes che, prima di lasciare il Preston per l’Everton nel 2002, venne promosso in Division One dopo aver vinto il campionato di Division Two, sfiorando l’anno successivo la promozione in Premier League, negata solo dalla sconfitta nella finale playoff contro il Bolton Wanderers (3-0). Fino al 2007, il Preston occupò sempre posizioni di alta classifica, sfiorando nuovamente la promozione nella massima divisione nel 2005, quando dovette arrendersi in finale al West Ham.
Nel mese di marzo del 2007 il Preston subì un notevole calo di rendimento sotto la guida di Paul Simpson, nonostante fosse riuscito a trattenere David Nugent (primo giocatore del Preston dopo cinquant’anni ad ottenere una convocazione in Nazionale). Simpson, che faticava ad ammettere i problemi tattici della squadra pretese di sostituire il brano di Elvis Presley “Can’t help falling in love” che veniva trasmesso prima dell’inizio delle gare, perchè “non caricava abbastanza i giocatori”. Una decisione che non solo causò malumori tra i tifosi (sempre – e giustamente – molto legati alla tradizione), ma che non portò alcun beneficio ai risultati della squadra. Simpson venne esonerato a novembre ed Alan Irvine condusse il Preston ad una tranquilla salvezza, prima di sfiorare la promozione l’anno successivo svanita a causa della sconfitta in semifinale playoff contro lo Sheffield United. Sotto la guida di Darren Ferguson, il Preston scrisse un’altra pagina importante della sua storia: sotto 4-2 a fine primo tempo ad Elland Road contro il Leeds, gli uomini di Ferguson ribaltarono il risultato vincendo 6-4. L’impresa servì a ben poco e Ferguson fu esonerato a dicembre. Phil Brown non riuscì ad evitare l’inevitabile ed il Preston retrocesse in League One. Per due anni consecutivi il Preston si è posizionato a metà classifica, mentre quest’anno la squadra di Simon Grayson sembra essere tornata competitiva. 
L’ombra di una storia gloriosa incombe sui giocatori di oggi ignari, forse, del peso e del valore della loro maglia. I tifosi attendono nuovi giorni di gloria.

PERSONAGGI

  • WILLIAM SUDELL (1851-1911)
La storia del Preston è intimamente legata al nome di William Sudell, un uomo che ha dedicato la sua vita alla costruzione della squadra degli “Invincibili”. Sudell ebbe i primi contatti con la società a 16 anni e a 25 ne diventò primo Presidente (la figura del Presidente e dell’allenatore coincidevano). La fortuna del Preston fu l’idea di Sudell di reclutare i migliori giocatori scozzesi: li convinse a lasciare le proprie città natìe offrendo loro un lavoro nel cotonificio da lui amministrato; questa idea, però fu la scintilla che innescò la lunga battaglia per l’introduzione del professionismo nel calcio, vinta non prima di subire l’estromissione dall’edizione della stagione 1884 della FA Cup. Sudell eccelleva in molti sport: nuoto, ciclismo, cricket e rugby, ma non come giocatore. Dopo la gara inaugurale contro l’Eagley, preferì dedicarsi all’amministrazione del club, piuttosto che a migliorare le sue doti tecniche. Quella del professionismo, come accennato, è la battaglia per la quale Sudell è maggiormente ricordato e che, in fondo, ha posto le basi del calcio moderno, nel bene e nel male. Patito di tattica, Sudell è stato il primo ad adottare una lavagna su cui indicare le posizioni che i giocatori avrebbero dovuto tenere in campo. Si deve sempre a Sudell il nome di Football League che venne preferito a quello proposto da William McGregor: Association Football Union.
La sua carriera al Preston si concluse nel 1895 non nel migliore dei modi. Fu condannato a tre anni di reclusione per aver distratto fondi dalla sua azienda al club per poter pagare gli ingaggi dei giocatori. Uscito di prigione emigrò in Sud Africa, dove intraprese la carriera di giornalista di rugby, prima di morire il 5 agosto 1911.
  • NICHOLAS JOHN ROSS (1863-1894)
Quella di Nick Ross fu una carriera molto breve, come la sua vita. Scozzese, nato difensore, ma decisivo anche in attacco, Ross iniziò la sua avventura nel calcio all’Hearth of Midlothian prima di essere reclutato da Sudell per il Preston. Gli venne assegnata la fascia di capitano e riuscì a guadagnarsi la reputazione di miglior giocatore d’Inghilterra. Andò all’Everton, dove guadagnava 10 sterline al mese (cifra altissima per quel periodo), ma decise di tornare al Preston dove venne impiegato come attaccante risultando decisivo nella vittoria del campionato 1889-1900. I continui problemi di salute lo costrinsero ad abbandonare il calcio. Morì di tubercolosi a soli 31 anni. 
  • JOHN GOODALL (1863-1942)
Con 50 reti in 56 gare, John Goodall è il primo grande campione della storia del Preston. Punta di diamante nella stagione degli Invincibles con 21 reti in altrettante gare, Goodall si guadagnò la convocazione in nazionale per una gara contro il Galles. Con la maglia della nazionale siglò 12 reti. Goodall fu anche parte della storia di un altro club inglese: il Watford, di cui divenne primo player-manager della storia nel 1903.
  • SIR TOM FINNEY
Per capacità tecniche e fedeltà al club, senza ombra di dubbio Tom Finney rappresenta l’icona del Preston North End. Immortalato in una splendida scultura posta all’ingresso della Sir Tom Finney Stand, The Splash ha sempre giocato con la maglia del Preston: 433 presenze e 187 reti. Nominato Membro dell’Impero Britannico nel 1961, Finney lavorava come idraulico per arrotondare lo stipendio che guadagnava da calciatore. Vinse l’ambito premio di Footballer of the Year nella stagione 1953-54, bissando il successo nel 1957 e diventando il primo giocatore ad ottenere per due volte il riconoscimento. La sua lealtà nei confronti del Preston non venne intaccata neanche da una offerta record del Palermo di diecimila sterline oltre a vari bonus nel 1952. Finney si ritirò nel 1960 a causa di persistenti problemi muscolari. Tommy Docherty, suo compagno di squadra, ha paragonato il suo modo di giocare a quello di Messi.
  • BILL SHANKLY (1913-1981)
Se non fosse stato per il fratello Alec, probabilmente Bill Shankly non avrebbe mai vestito la maglia del Preston North End. I termini personali dell’accordo non erano soddisfacenti, ma Alec gli consigliò di accettare: il prestigio del Preston era maggiore di quello del Carlisle e le possibilità di raggiungere la First Division erano maggiori. Il consiglio fu fondamentale per la carriera di Shankly che nel 1938 vinse la FA Cup. All’apice della carriera, Shankly dovette arruolarsi nella RAF. Tornò al Preston nella stagione 1946-47, ma a 33 anni e dopo le fatiche di Guerra il suo rendimento non poteva essere quello degli esordi. Shankly si ritirò nel 1949.
LO STADIO – DEEPDALE



Situato nella Sir Tom Finney Way, il Deepdale è lo stadio del Preston North End dal 1878. Il record di spettatori è stato stabilito nel 1938 (42.684 nella gara contro l’Arsenal). A metà degli anni ’90 venne intrapresa un’opera di ampliamento e ammodernamento dell’impianto che oggi può ospitare 24.500 spettatori. Nella stagione 2008/2009 la curva Pavilion fu ribattezzata Invincibles Pavilion in onore della squadra del Double 1888/1889.
STEMMA E COLORI SOCIALI



Semplice maglia bianca e pantaloncini blu. Un binomio che ha ispirato molte altre società.
Il primo stemma del Preston North End si caratterizzava per la presenza delle tre rose rosse, simbolo del Lancashire, e dell’agnello di St. Wilfrid, il patrono di Preston. Le due lettere “PP” stanno per “Princeps Pacis”, “Principe della Pace”.
Nello stemma attuale sono state rimosse le due iniziali “PP” e le tre rose del Lancashire, per lasciar spazio all’agnello e al nome del club.
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