[LA CRISI DEI RANGERS GLASGOW] La cronaca “minuto per minuto” – ultimo aggiornamento: 04 agosto, 12:14

Continuiamo a seguire da vicino una vicenda che sta molto a cuore a tutti gli appassionati di calcio d’Oltremanica. Le difficoltà economiche dei Rangers Glasgow, nonostante le rassicurazioni dei proprietari e il piano di salvataggio messo a punto dagli amministratori, sembrano insormontabili e la liquidazione inevitabile. Resta comunque la speranza che un club che ha fatto la storia del calcio d’Oltremanica, riesca a superare il momento più difficile della sua lunga esistenza.
Per facilitare la consultazione, ho pensato di riunire in un unico post tutti gli articoli fino a questo momento pubblicati sulla “crisi dei Rangers”. 
Questo post sarà aggiornato ogni volta che vi saranno novità in merito.
AGGIORNATO AL 04 AGOSTO, ORE 12:14



04 agosto, ore 12:14    – Abbiamo seguito con costanza la (dis)avventura dei Rangers durata circa sei mesi. Sono stati attraversati momenti difficili e momenti in cui sembrava che tutto potesse risolversi per il meglio. Il cerchio si è chiuso ieri, con l’ottenimento della licenza per partecipare alla prossima edizione della Division Three. I rangers Glasgow esordiranno l’11 agosto alle 13:45 contro il Peterhead in trasferta.
Tutto pronto invece in SPL per la prima giornata: sarà proprio il Celtic a dare via al primo torneo della storia senza Old Firm. Lennon ha tenuto a precisare che nonostante il Celtic sia il favorito per la vittoria finale, la squadra si comporterà con la massima professionalità, onorando il campionato e rispettando gli avversari. Dubitiamo ci saranno sorprese, ma nel calcio “mai dire mai”, specialmente quanto tutto sembra già deciso. Intanto i ricavi dalle vendite dei diritti TV in SPL si sono sensibilmente ridotti. Le cifre non sono state rese note, ma dalle dichiarazioni di Neil Doncaster si evince che la retrocessione forzata dei Rangers e l’assenza dell’Old Firm abbiano avuto un impatto notevole sugli accordi economici.
Ringrazio tutti i lettori per avermi seguito nel racconto della crisi dei Rangers, con la speranza che in breve tempo potremo assistere nuovamente alle storiche sfide contro il Celtic.

20 luglio, ore 19:57   – Nei giorni scorsi vi abbiamo dato ampi aggiornamenti sulla situazione dei Rangers sulla pagina facebook di ukcalcio. Lo storico club di Glasgow inizierà la prossima stagione calcistica in Division Three non avendo ottenuto l’autorizzazione a partire dalla Division One. Intanto continuano i colloqui tra i Rangers e la SFA affinchè quest’ultima possa rimuovere il blocco ai trasferimenti che non permette alla Newco di preparare al meglio la nuova stagione. La SFA si prepara anche a trattare sui diritti TV: si pensa ad un pacchetto che garantisca la trasmissione di almeno 25 gare dei Rangers, ma nessuna trattativa può essere portata avanti finchè la SFA non concederà l’autorizzazione al nuovo club.
Negli ultimi giorni, un nuovo slogan risuona tra le strade di Glasgow: Rangers For Change. E’ questo il nome dato da John Brown (ex giocatore dei Gers che negli anni novanta ha alzato molti trofei) al progetto che dovrebbe rilevare e rilanciare i Rangers. Brown ha investito 40000 sterline del proprio patrimonio ed ha convinto anche l’ex Barry Ferguson a partecipare. L’obiettivo è arrivare a 10 milioni per poter rilevare la società insieme al fondo creato dai tifosi.

12/07/2012 , ore 10:29   – A circa 24h dall’importantissima votazione che finalmente chiarirà in quale serie vedremo i Rangers Glasgow il prossimo anno (Division One o Division Three), in SPL è tempo di parlare di riforme. Una effettiva modifica strutturale dell’assetto dei campionati si avrà nella stagione 2013/2014. Per quella che inizierà ad agosto, invece il format sarà il seguente: Retrocede in Division One l’ultima classificata in SPL, mentre la penultima classificata in massima divisione, la seconda, la terza e la quarta di Division One si sfideranno in playoffs per l’ultimo posto utile alla promozione. La vera riforma si avrà nella stagione successiva quando una sola squadra di SPL retrocederà, mentre saranno le prime tre di Division One ad essere promosse portando a 15 le squadre in SPL. Nella stagione 2015/2016 potrebbe esserci un’ulteriore ampliamento con altre tre promozioni dirette ed una sola retrocessione che porterebbe le squadre a 16. Questa rifoma è nei piani della SFA per dare nuovo appeal al calcio scozzese e una più equa distribuzione dei diritti televisivi. Tuttavia domani il primo grande appuntamento. Restate collegati sul blog e soprattutto sulla pagina facebook di ukcalcio per seguire in diretta l’esito di questa importante votazione.


07 luglio, ore 15:32   – Quella appena trascorsa si è rivelata una settimana decisiva per i Rangers Glasgow. Lo storico club della città di Glasgow ha conosciuto il suo destino: non parteciperà alla prossima edizione della Scottish Premier League. Sono infatti dieci i clubs che hanno votato NO all’ammissione della nuova società nella massima divisione del calcio scozzese.
Il prossimo appuntamento importante è previsto per il 13 luglio, data in cui verrà deciso se i Rangers potranno ripartire dalla First Division, oppure dalla Third. Non poteva dunque esserci conclusione peggiore della vicenda che ha portato i Rangers prima all’amministrazione controllata e poi alla liquidazione. Sarà difficile metabolizzare l’assenza dell’Old Firm; speriamo tuttavia che il cataclisma sportivo porti una ventata di novità nel calcio scozzese e che sia fonte di un nuovo inizio e di un rinnovato interesse.
Intanto in casa Rangers si parla già di ricostruzione. Il manager Ally McCoist – che non lascerà la squadra e che ha dovuto già rinunciare a 10 giocatori – ha dichiarato che sarebbe meglio ripartire dalla Third Division perchè quello sarebbe l’unico modo che permetterebbe una ricostruzione completa e sportivamente stabile a lungo termine. “Ora siamo nelle mani di David Longmuir” – ha dichiarato McCoist – “l’amministratore delegato della SFL ha a cuore il futuro del calcio scozzese e prenderà la giusta decisione. Qualunque essa sia noi l’accetteremo senza alcun problema. Abbiamo avuto – ed avremo – vari colloqui con i nostri tifosi e tutti ne hanno abbastanza: vogliono ripartire dalla Third Division e ricostruire tutto da zero.”

29 giugno, ore 10:42   – L’ufficialità si avrà soltanto il 4 luglio, giorno della votazione, ma è ormai quasi sicuro che i Rangers Glasgow non parteciperanno alla prossima edizione della Scottish Premier League. Ad oggi, infatti, non ci sono i voti sufficienti che permetterebbero alla storica squadra di Glasgow di restare nella massima divisione del calcio scozzese. Certo è il voto contrario di St. Johnstone, Aberdeen, Inverness, Hearts, Dundee ed Hibernian e le possibilità che queste societò cambino idea nel giro di pochi giorni sono davvero pochissime.
Per questo, dunque, si corre ai ripari e già si parla di possibili riforme che stravolgerebbero il calcio scozzese. Anche se la maggior parte dei tifosi e degli addetti ai lavori auspica, anche per ragioni di giustizia, che i Rangers vengano costretti alla Third Division, l’idea sarebbe quella di farli ripartire dalla Division One (la seconda divisione). Ed è d qui che si aprirebbero scenari interessanti. La prima e più importante conseguenza, sarebbe un’unificazione da attuare nel giro di dodici mesi,  (come già riportato nel precedente aggiornamento) tra SPL e SFL in quella che verrebbe chiamata “The Scottish Professional Football League“. Tale riforma sembra comunque essere molto complicata e mira sostanzialmente a salvaguardare gli interessi economici delle squadre di calcio.


In sintesi, ecco dunque il possibile scenario: Rangers retrocessi immediatamente in Division One e Dundee ripescato in SPL; La SPL acquista i diritti TV dei match di SFL dei Rangers Glasgow per circa 1 milione di sterline; SPL e SFL si uniranno a partire dalla stagione 2013-2014; Meccanismo di play-off tra squadre di prima e seconda divisione per conquistare un posto nella massima serie; Sostegno economico per le squadre retrocesse dalla SPL; Modifica nella distribuzione dei guadagni che coinvolgerà anche le società delle serie inferiori; Nuovo “Sistema a piramide” che a partire dalla stagione 2014-2015 permetterà di raggiungere la massima serie anche dalla Highland League;.

Queste proposte, perchè diventino effettive, dovranno avere il voto favorevole di almeno otto squadre di SPL e della maggioranza delle squadre di SFL. Ricordiamo che i debiti dei Rangers Glasgow ammontano a circa 130 milioni di sterline.

24 giugno, ore 18:03    – I prossimi dieci giorni saranno i più importanti della storia dei Glasgow Rangers. E’ stata fissata al 4 luglio la votazione dei club di SPL he dovranno esprimersi sulla permanenza dei Rangers nella massima divisione nella forma di “NewCo” ( “New Company”, che andrà a sostituire la vecchia società in liquidazione). Perchè la nuova società possa ereditare la storia sportiva della vecchia e restare dunque nella massima divisione del calcio scozzese, sono necessari 8 voti favorevoli (compreso quello dei Rangers), altrimenti la gloriosa squadra di Glasgow dovrà inoltrare domanda per partecipare alla Third Division. Intanto Dundee United, Aberdeen e Hearts hanno fatto sapere che voteranno NO alla permanenza dei Rangers in SPL ed anche Steven Naismith e Steven Whittaker hanno espresso parere contrario. Giovedì prossimo, però, sarà servito un antipasto molto importante: ci sarà una riunione tra i club di SPL (Rangers esclusi) i quali discuteranno delle implicazioni che il voto del 4 luglio potrà avere sul calcio scozzese. In questo senso, però, le acque si sono già mosse. Sembra che l’ipotesi di un ritorno al passato sia sempre più concreta. La scorsa settimana infatti si è parlato di una possibile fusione tra la SPL e la SFL (Scottish Football League, che comprende First, Second e Third Division), tornando così all’assetto pre 1998, data dello scisma che portò alla fondazione della SPL. Introduzione di playoffs, modello unico di distribuzione dei guadagni ed introduzione di un sistema piramidale simile a quello inglese.
Si tratta soltanto di ipotesi, ma lo scenario che si prospetta è quello di una grande rivoluzione nel caso in cui i Rangers non dovessero riuscire ad ottenere l’autorizzazione per giocare in SPL. Una riforma di cui il calcio scozzese ha bisogno per ritrovare il prestigio perduto a causa di un duopolio stucchevole che per troppi anni ha impedito alle realtà calcistiche più piccole (ma non per questo meno blasonate, basti pensare ad Aberdeen e Hibernian) di ritagliarsi il loro spazio. Il nostro auspicio, dunque, è che questi mesi così sportivamente travagliati siano serviti da lezione affichè, Old Firm o no, si dia il giusto impulso alla rinascita del calcio scozzese.

13 giugno, ore 22:48 – I tifosi dei Rangers e gli appassionati di calcio d’Oltremanica in generale, attendevano buone notizie dalla proposta di accordo che gli amministratori della società di Glasgow avevano inoltrato ai creditori. Purtroppo però, il CVA (Credit Voluntary Arrangemen) è stato rifiutato dai creditori stessi. L’unica via di salvezza resta dunque la formazione di una nuova società (“newco”). Il primo ostacolo da superare per la nuova società sarà quello di superare l’ostracismo (a nostro modesto avviso, giustificato) delle altre società, che dovranno votare – a fine giugno, ma più verosimilmente ad inizio luglio – “se” e “come” i Rangers potranno partecipare al prossimo campionato di Scottish Premier League. L’unica alternativa al non superamento dell’ostacolo è la Third Division. Il Presidente del Dundee United ha dichiarato che per i Rangers non sarà affatto semplice ottenere il nulla osta da parte dei club di SPL: “Non si tratta di un semplice ‘si’ o ‘no’, sarà una vera e propria trattativa“. La nostra impressione è che i piccoli club – le cui fondamenta economiche poggiano esclusivamente sull’Old Firm – utilizzeranno la minaccia dell’esclusione dalla SPL per ottenere percentuali maggiori dagli introiti derivanti dai diritti televisivi ed in generale dai ricavi provenienti dall’Old Firm. Se dunque da questa “trattativa” dovesse uscire una proposta allettante, difficilmente i club di SPL terranno conto del principio per cui “la legge è uguale per tutti”, cancellando in un batter d’occhio la storica squadra di Glasgow, come è stato fatto in casi analoghi per realtà calcistiche più piccole (vedi Gretna, ad esempio).
In ogni caso, con la bocciatura del CVA, si è aperta la procedura di liquidazione, ma i due soggetti incaricati Malcolm Cohen e James Stephen hanno dichiarato che “l’aver nominato due liquidatori non vuol dire che il calcio ad Ibrox sia finito. Il nostro compito è solo quello di tutelare il più possibile i creditori e di capire il motivo per cui si è arrivati a questa situazione. Una volta fatto questo, dovremo capire quanto sarà possibile salvare della vecchia società: naturalmente sarà un’indagine lunga e complessa”.
Oltre alla diffidenza di Dave King (Rangers Director) nei confronti del proprietario in pectore Charles Green (“L’avventura di Green ai Rangers durerà molto poco”), anche i tifosi temono che i Rangers Glasgow possano sparire. Il capo della tifoseria ha infatti dichiarato: “C’è poco tempo ormai. I calendari usciranno nel giro di poche settimane e il nostro destino è nelle mani delle autorità sportive. C’è ancora molto da fare e nessuno di noi sa dove porteranno tutti questi sforzi. L’importante però è costituire questa ‘Newco’ ed avere il benestare della SPL e della SFA”.

03 giugno, ore 19:20   – Come previsto, nella riunione del 30 maggio, i clubs di SPL hanno votato contro l’introduzione di una penalizzazione per i club che si ricostituiscono in una “NewCo” (una nuova società, sulle fondamenta di quella esistente). Tuttavia le eventuali sanzioni dovranno essere valutate caso per caso dai 12 clubs stessi. Intanto la decisione del Tribunale Civile, presieduto da Lord Glennie ha stabilito che in sede di appello, la SFA dovrà riconsiderare la sanzione del blocco dei trasferimenti di dodici mesi imposto ai Rangers. Questa sentenza ha aperto un nuovo dibattito sui rapporti tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, tanto che la FIFA sta mantenendo stretti contatti con la SFA per avere chiarimenti a riguardo.
Intanto si cerca un accordo con i giocatori che hanno accettato i tagli di stipendio a marzo, fino al 31 maggio. Secondo alcune clausole contrattuali gli atleti che hanno accettato i tagli maggiori possono lasciare i Rangers a prezzi irrisori senza che il club possa opporsi . Naismith potrebbe andar via per soli due milioni di sterline, Wittaker per ottocentomila ed il capitano Steve Davis per un milione e sessantacinquemila. Gli amministratori però, hanno subito fatto sapere che i Rangers hanno la possibilità di pagare gli stipendi per intero, anche se il passaggio di proprietà non avverrà prima del mese di luglio. Seguiranno aggiornamenti.


27 maggio, ore  18:24  – Nei prossimi giorni dovrebbe essere chiaro il futuro dei Rangers Glasgow. La prima data interessante sarà quella di domani, quando verrà presentato il piano del CVA (Credit Voluntary Arrangement), la soluzione che permetterebbe al club di uscire dall’amministrazione controllata (situazione che perdura dal 14 febbraio) ed evitare la formazione di una nuova società (Newco). Questa seconda opzione (per la verità più che un’ipotesi) sembra la più accreditata. A tal proposito 12 club della SFA si riuniranno il 30 maggio per votare eventuali sanzioni per i club che si costituiscono in una “Newco”. Tali sanzioni colpirebbero anche i Rangers Glasgow. Tifosi ed addetti ai lavori sono divisi sul punto: c’è chi ritiene ingiusto non applicare le medesime sanzioni esemplari che sono state inflitte ad altri piccoli club, anche ai Rangers e chi, invece, ritiene che la storia ed il peso di questo club debbano essere tutelati anche e soprattutto a fronte del peso economico che l’Old Firm riveste nell’ambito del calcio scozzese. Non ci sentiamo dunque di escludere che i Rangers potrebbero iniziare la nova stagione come “Newco”, senza sbire alcuna penalizzazione. Altro discorso è quello del blocco dei trasferimenti, che i legali dello storico club di Glasgow ritengono sanzione eccessiva, che penalizzerebbe troppo il club sul piano sportivo. Seguiranno aggiornamenti.
13 maggio, ore 21:05 – Ora è ufficiale: i Rangers Glasgow sono stati acquistati dall’ex CEO dello Sheffield United Charles Green, proprio come vi avevamo anticipato nell’aggiornamento di ieri. L’idea di Green è quella di raggiungere il CVA (Company Voluntary Arrangement), ma su questo punto dovranno esprimersi i creditori. Nel peggiore dei casi, comunque, i Rangers si costituiranno in una nuova società, ma ciò che conta è la loro permanenza nella massima divisione scozzese. Le sue prime parole da proprietario in pectore sono state molto chiare: “L’ambizione è quella di giocare ogni stagione in Champions League e possiamo riuscirci soltanto se le nostre finanze saranno in buone condizioni. Questo è un grande club e le persone che stanno investendo su di esso sono di livello internazionale. Alcuni sono dell’Est: abbiamo investitori da Singapore, Indonesia e Cina. Il nome, la reputazione e il marchio dei Rangers sarà portato fuori dal Regno Unito. I creditori verranno contattati nei prossimi sette/dieci giorni”. Ricordiamo che i creditori avranno quattordici giorni di tempo per decidere se accettare o meno le proposte degli amministratori. Ricordiamo che il debito complessivo dei Rangers si aggira attorno ai 134 milioni di sterline. Sul lato sportivo ha dichiarato: “Ancora non abbiamo parlato con le autorità sportive: lo faremo la prossima settimana. Probabilmente i giocatori chiave lasceranno la squadra perchè avranno la possibilità di essere svincolati e decidere autonomamente dove andare“.
Positivo è anche Ally McCoist: “Il futuro di questo club è la cosa più importante che ci sia in questo momento. ed il lavoro difficile inizia ora. Non posso che ringraziare Green di aver scelto di salvare i Rangers. I tifosi sono stati vicino alla squadra in queste settimane ed anche oggi nella splendida vittoria contro il St. Johnstone (dove Green era presente, ndr) abbiamo sentito tutto il loro affetto.”

12 maggio, ore 11:46   – L’entusiasmo con cui vi avevamo lasciato nell’ultimo aggiornamento è svanito in breve tempo. Bill Miller ha deciso di ritirare la sua offerta d’acquisto dei Rangers Glasgow, facendo ripiombare club e tifosi nella disperazione (sportiva) più totale.
Nonostante mai come in questo periodo l’incertezza sia molta, gli amministratori dei Rangers insistono nel rilasciare dichiarazioni positive sul futuro della società. Ci sono (o ci sarebbero?) altri acquirenti interessati ad un acquisto che escluda l’ipotesi liquidazione. E’ intanto definitivo il ritiro dei Blue Knights (da sempre indicati come acquirenti preferiti), dopo che la loro ennesima offerta è stata rifiutata.
Tra i nuovi possibili acquirenti semrano esserci un non meglio identificato consorzio inglese (a cui era stato anche legato il nome di Greame Souness – ex tecnico dei Rangers – che però ha subito smentito le voci) ed un altro gruppo guidato dall’ex CEO dello Sheffield United Charles Green. Il tempo stringe e i colloqui sembrano essere già a buon punto. Non ci sentiamo in grado, tuttavia, di azzardare pronostici; la situazione economica del club è sempre molto delicata e se gli imprenditori non dimostreranno una certa solidità nel presente e nell’immediato futuro, difficilmente questa triste parentesi della storia del calcio scozzese potrà essere chiusa.
Indubbia è l’importanza della presenza in SPL dei Rangers per molti piccoli club. Su questo aspetto negli ultimi mesi abbiamo insistito molto e confermiamo che le prospettive di una scomparsa (quasi) definitiva del calcio scozzese qualora i Rangers dovessero fallire, ci conduce a pensare positivamente circa la conclusione di questa vicenda. Danny Lennon, allenatore del St. Mirren, ha infatti dichiarato che “la presenza dell’Old Firm in SPL per noi è di vitale importanza: se i Rangers non dovessero partecipare alla prossima edizione della SPL, noi non saremmo in grado di onorare i contratti con i giocatori. Sono certo che i Rangers ce la faranno e noi abbiamo bisogno di loro per poter partecipare in SPL“. Ma sono altre le parole di Lennon che tengo a sottolineare: “Forse questa è una delle situazioni in cui è necessario prendere la decisione sbagliata (consentire ad un club indebitato fino al collo di partecipare ad un massimo campionato professionistico, ndr) per una giusta causa (ovvero, consentire ai piccoli club di sopravvivere, ndr), consentendogli di restare in SPL”. E’ della stessa idea anche Terry Butcher, attuale allenatore dell’Inverness ed ex capitano dei Rangers:“Dal nostro punto di vista sarebbe un disastro se i Rangers non partecipassero più alla SPL. Abbiamo bisogno dell’Old Firm per sopravvivere, proprio come tanti altri club. Tutti attendiamo la conclusione di questa storia, anche perchè la situazione non è chiara“.
Un eventuale fallimento dei Rangers potrebbe scatenare un effetto domino da cui difficilmente il calcio scozzese potrebbe riprendersi.

06 maggio, ore 19:37 – Dopo la negatività della scorsa settimana, sembra finalmente che la situazione dei Rangers si avvii verso una conclusione positiva. Gli amministratori hanno dichiarato che l’americano Bill Miller porterà a termine l’acquisto dei Rangers Glasgow prima della conclusione della stagione e lo hanno ufficialmente nominato acquirente preferito. L’idea di Miller è quella di creare una nuova società che inglobi la vecchia, senza insabbiare la storia del club permettendone dunque la partecipazione al massimo campionato scozzese. Tuttavia questa proposta dovrà essere sottoposta alla votazione dei club di Premier League. Le attuali regole prevedono che un club che si costituisca sotto le vesti di una nuova società sia penalizzato di 10 punti per due stagioni consecutive. La votazione dovrebbe tenersi lunedì 7 maggio e produrrebbe i suoi effetti già a partire dal 14 maggio. Tutti i clubs di Premier League sembrano orientati verso il “si” esclusivamente per ragioni economiche. Una SPL senza Rangers sarebbe un vero colpo per il calcio scozzese e per le finanze di tutti i club che gravitano da anni attorno all’orbita dell’Old Firm. Attualmente soltanto il Kilmarnock sembra essere dubbioso nei confronti del progetto sportivo ed economio dell’acquirente americano, ma l’impressione è che in sede di votazione seguirà la volontà delle altre squadre. Possiamo dunque dire che la permanenza dei Rangers Glasgow nella SPL è quasi certa.
Nei prossimi giorni, dovrebbero esserci degli incontri con i calciatori per discutere delle strategie e dei contratti, anche se Sasa Papac ha fatto già sapere che lascerà la squadra questa estate per “dare spazio ai giovani affinchè possano far tornare alla vittoria i Rangers“.
Intanto McCoist, che ha parlato varie volte con i futuri proprietari, non è certo della sua permanenza sulla panchina dei Rangers non avendo avuto ancora rassicurazioni sulla sua posizione. Ha dichiarato: “Io sono pronto a restare, ma saranno i nuovi proprietari a decidere: è un loro diritto“.


28 aprile, ore 15:18 – Nubi sempre più grigie si addensano all’orizzonte per i Rangers Glasgow. Quando la situazione sembrava giunta ad una soluzione positiva, la SFA (Scottish Football Association) ha multato il club di 160000 sterline, con l’aggiunta del blocco al trasferimento in entrata dei calciatori per 12 mesi (i Rangers potranno tesserare solo under 18, qui è possibile consultare il comunicato ufficiale).
Questa decisione ha scatenato l’ira dei tifosi (che si apprestano a manifestare per mostrare il loro supporto al club) ed i membri del panel della SFA sono sotto sorveglianza dopo aver ricevuto alcune minacce, dopo che i loro nomi sono stati divulgati via internet. Intanto non sono affatto positivi i commenti degli addetti ai lavori. Le parole più dure vengono dal manager Ally McCoist: “Queste sanzioni possono essere la fine dei Rangers Glagow. Senza dubbio è stata una decisione shockante per tutti noi. Vorrei proprio sapere chi sono queste persone che hanno avuto il coraggio di prendere questa decisione: i tifosi dei Rangers e l’opinione pubblica devono sapere chi è che ha deciso in questo modo: è un nostro diritto. E’ una punizione troppo severa per un club che si trova già in condizioni economiche difficili”. Sembra dunque più che una probabilità, ormai, vedere i Rangers in Third Division la prossima stagione e i nostro lettori possono immaginare quale potrà essere l’impatto di un simile scenario sul calcio scozzese. “Sarebbe una misura drastica con conseguenze per nulla positive. Se però continueranno a sanzionarci in questo modo, rendendo la situazione sempre più complicata, probabilmente ripartire dalla terza divisione sarebbe il male minore” ha concluso McCoist. L’ex allenatore Walter Smith, si è invece concentrato sull’altra sanzione: il blocco dei trasferimenti in entrata. “Senza possibilità di sostituire i giocatori attuali, i Rangers dovrebbero schierare solo con under-18: questo significherebbe retrocessione quasi certa”.
Se dunque sembra ormai segnato il futuro dei Rangers (ma noi attendiamo comunicazioni ufficiali dagli amministratori, anche se – ed è indubbio – con le ultime sanzioni la situazione si è complicata forse in modo irrimediabile), continuano a susseguirsi le voci sulla consistenza delle offerte per l’acquisizione del club. Sembra che l’offerta migliore sia quella di Bill Miller, che avrebbe superato quelle dei Blue Knights e di Brian Kennedy. In attesa di comunicazioni ufficiali da parte degli amministratori (e degli acquirenti – le cui volontà d’acquisto potrebbero venire ridimensionate viste le sanzioni inflitte dalla SFA) vi rimandiamo al prossimo aggiornamento. 

21 aprile, ore 17:25     – Ormai la lotta per acquistare i Rangers Glasgow si è ridotta a due pretendenti. Da un lato i Blue Knights di Paul Murray, ritenuti a lungo i principali favoriti, e l’americano Bill Miller, pronto a presentare una nuova offerta lunedì che dovrebbe chiudere le porte a Paul Murray che però ha fatto sapere che proverà a presentare un’altra offerta sempre lunedì (anche se competere con il peso economico di Bill Ng non sarà semplice). Miller ha fatto sapere che la sua offerta (11,2 milioni di sterline) prevede un CVA (Company Voluntary Agreement – di cui abbiamo parlato varie volte in questo speciale) e che l’opzione liquidazione non è mai stata presa in considerazione.
Certo è che il ritiro del gruppo di Singapore Bill Ng dovuto all’insicurezza circa dopo-acquisto non fa ben sperare. Proprio su questo l’allenatore Ally McCoist ha voluto rilasciare dichiarazioni interessanti: “E’ solo un’opinione, ma non possiamo aspettare fino alla fine di maggio per chiudere questa storia. Non ho un acquirente preferito, nè sono io a dover dare giudizi. Sono aperto a qualunque soluzione“. Siamo certi che questi siano davvero i giorni decisivi per il futuro dei Rangers, sperando di poter chiudere presto questa parentesi per tornare finalmente a parlare di calcio giocato.


15 aprile, ore 20:21– Mentre ancora si discute sul possibile futuro dei Rangers, con l’ipotesi liquidazione non ancora del tutto abbandonata, sembra certo che qualora i Rangers dovessero partire con una nuova società, inizierebbero le prossime due stagioni con una penalizzazione di dieci punti. Questo ovviamente sarebbe il male minore, data la prospettiva di una liquidazione che rischierebbe di far sparire una squadra storica del calcio mondiale. La prospettiva di queste sanzioni (che sono parte di un progetto di riforma che prevede una deduzione di 15 punti per i clubs insolventi, 10 punti per due stagioni a squadre che si costituiscono in una nuova società, comunicazione immediata in caso di difficoltà nel pagamento degli ingaggi) non ha scoraggiato gli investitori che non hanno intenzione di ritirare le offerte presentate nelle scorse settimane. La UEFA in un comunicato ha fatto sapere che seguirà da vicino la vicenda dei Rangers.
9 aprile, ore 21:18   – In questi giorni si respira un’aria positiva negli spogliatoi e nel quartier generale dei Rangers. Sul campo i giocatori stanno dimostrando di essere dei veri professionisti: la vittoria per 3-1 sul St. Mirren ha portato grande entusiasmo. L’attesa per la scelta dei nuovi proprietari cresce. Secondo McCoist i Rangers eviteranno la liquidazione e grazie ad un accordo (Company Voluntary Agreement) i creditori riceveranno una parte dei loro crediti. McCoist ha avuto un colloquio di circa un’ora con la compagnia americana interessata all’acquisto e l’opzione liquidazione è stata presa in considerazione solo come una possibilità.
Certamente la situazione non è molto chiara. Gli amministratori negli scorsi giorni hanno comunicato che il debito di 55 milioni di sterline potrebbe lievitare verso la cifra record di 134 milioni di sterline: in questo caso riteniamo difficile che la liquidazione possa essere evitata. Anche McCoist, però, ha dei dubbi: “Questo sicuramente sarebbe lo scenario peggiore, ma in questa vicenda ci sono troppi ‘se’ e troppi ‘ma’. Contro il St.Mirren, i tifosi hanno mostrato dei cartellini rossi, in segno di disapprovazione dell’eventuale liquidazione e McCoist ha compreso perfettamente i loro sentimenti: “Li capisco perchè è un sentimento comune anche di chi lavora nel club. Noi ancora ci crediamo perchè la possibilità di raggiungere un accordo attraverso il CVA è concreta: solo così possiamo uscire dall’amministrazione controllata“.



31 marzo, ore 11:56   –  E’ stata fissata per mercoledì la data entro la quale ai quattro rimasti in gara per aggiudicarsi la proprietà dei Rangers Glasgow (i favoriti sono: Blue Knights, Club 9 Sports e un consorzio di Singapore che, si spera, eviteranno la liquidazione) altri potranno consegnare l’offerta di acquisto finale. Il cerchio dunque sembra essersi ristretto a questi tre gruppi, anche se la data stabilita dagli amministratori è aperta a qualunque imprenditore fosse interessato all’acquisto. Sebbene i Blue Knights siano ritenuti favoriti dalla maggior parte degli organi di informazione, gli amministratori non hanno voluto rilasciare alcuna dichiarazione in merito.
Non ci sentiamo ancora di escludere l’opzione della liquidazione, tuttavia siamo certi che gli amministratori nel valutare la migliore offerta, terranno conto del fatto che tale opzione, seppur economicamente conveniente al nuovo investitore, potrebbe essere un duro colpo per il calcio scozzese. che si vedrebbe privato din una squadra storica, parte dell’Old Firm che da sempre costituisce l’unico vero motivo di interesse per questo torneo. Anche Ally McCoist ha dichiarato che “da tifoso e allenatore l’opzione della liquidazione non può essere la strada percorribile“. Il manager incontrerà nei prossimi giorni le parti interessate all’acquisto, ma non ha lasciato dichiarazioni in merito a sue eventuali preferenze.
In merito, poi, alla gestione di fine anni ’90 che avrebbe comportato la violazione di alcune norme della SFA, è intervenuto Lorenzo Amoruso, ex capitano dei Rangers parlando della possibilità che i trofei vinti in quel periodo vengano revocati. “Una cosa è certa: se anche ce li revocassero, qui trofei li abbiamo vinti sul campo. Ora fanno controlli su tutto: vogliono solo portarci via quello che abbiamo vinto. E’ assurdo vedere il club in questa situazione. Abbiamo bisogno di qualcuno che sia davvero appassionato, come i giocatori che hanno vestito questa maglia. Il prossimo proprietario dei Rangers dovrà vincere il trofeo più importante: portare il club alla salvezza”.


29 marzo, ore 21:24 – Secondo alcuni canali d’informazione gli amministratori dei Rangers avrebbero rifiutato l’offerta di acquisto del proprietario dei Sale Sharks Brian Kennedy. Dunque, ad oggi, sono quattro i possibili acquirenti dei Rangers le cui proposte verranno valutate nei prossimi giorni: Paul Murray (Blue Knighs – il gruppo più accreditato ad aggiudicarsi il parere positivo degli amministratori); una società statunitensa, un consorzio britannico ed un consorzio di Singapore. Brian kennedy, oltre alla comprensibile delusione, ha anche manifestato l’augurio che possa essere Paul Murray a guidare i Rangers. Intanto Craig Whyte sarà ascoltato dalla SFA in relazione alle presunte violazioni di norme federali (vedi aggiornamento del 17 marzo), il 17 aprile.



24 marzo, ore 12:30    – Non c’è stato alcun verdetto in merito al contratto in essere tra Ticketus e i Rangers di Craig Whyte di cui gli amministratori avevano chiesto l’annullamento e il cui valore si aggira intorno ai 30 milioni di sterline. Come vi avevamo riportato nello scorso aggiornamento, gli amministratori ritengono che questo contratto potrebbe costituire un deterrente per i nuovi investitori (uno di essi ha già comunicato che ritirerà la propria offerta qualora il contratto non venisse annullato). La Corte ha stabilito che non ci sono elementi sufficienti per valutare in quale misura il contratto con Ticketus possa incidere sulle offerte di acquisto; tuttavia Ticketus verrà trattata come un normale creditore, quindi il suo credito concorrerà con gli altri senza avere alcun trattamento preferenziale.
Intanto si avvicina l’Old Firm. Il Celtic (se oggi il Motherwell non dovesse battere il Kilmarnock) potrebbe festeggiare il titolo ad Ibrox battendo gli storici rivali. McCoist ha dichiarato che la sua squadra è concentrata solo sulla partita ed ha intenzione di fare bene, mentre Lennon ha chiarito alla stampa che i il Celtic giocherà con il massimo rispetto per gli avversari ed anche in caso di vittoria non ci saranno grandi festeggiamenti.


22 marzo, ore 22:41 – Sono quattro le offerte presentate agli amministratori dei Rangers Glasgow per l’acquisto del club. La quarta offerta è di una cordata Oltreoceano, ma nessun nome è stato fatto. Intanto uno dei probabili acquirenti ha fatto sapere che, se verrà mantenuto in essere l’accordo che garantisce a Ticketus una percentuale sui tagliandi venduti, si tirerà indietro dalla gara.
Intanto il 12 aprile è stata annunciata una nuova riunione dei dieci membri della SPL (esclusi Celtic e Rangers) che proporranno una modifica al sistema di votazione. In quella sede si discuterà anche di una riforma del sistema calcistico della massima divisione scozzese. Altro forte punto di contrasto è la ripartizione degli utili (ricordiamo che l’85% di essi proviene da Rangers e Celtic). Si parla già di contrasto tra l’Old Firm e gli altri clubs. Infatti mentre il Celtic teme che una diversa distribuzione degli utili possa incidere sui futuri accordi di sponsorizzazione, i Rangers temono che tali modifiche possano indurre i potenziali acquirenti ad abbandonare le trattative viste le prospettive di bassi ricavi.

17 marzo, ore 13:07  – La scadenza del termine ultimo per presentare offerte di acquisto dei Rangers Glasgow ha portato notizie positive ad Ibrox. Al quartier generale degli amministratori, sono tre le offerte di acquisto pervenute. La prima (e la più chiacchierata in queste settimane) è quella di Paul Murray e dei Blue Knights. A queste se ne sono aggiunte altre due: Brian Kennedy, proprietario di Sale Sharks della Rugby Union e un non meglio identificato consorzio di imprenditori americani.
Le richieste degli amministratori erano molto precise: le offerte di acquisto dovevano contenere indicazioni dettagliate sulla solidità finanziaria dell’acquirente e sui progetti economici di investimento sui Rangers. Aspetto positivo (e che quindi parrebbe tranquillizzare l’intera tifoseria) è che l’interesse per questa squadra è stato “mondiale”, con offerte proveniente da imprenditori di tutto il mondo. Per questo gli amministratori terranno in considerazioni anche proposte che verranno inoltrate nei giorni successivi.
In ogni caso il prossimo step sarà quello di valutare in modo più preciso e particolareggiato la solidità economica degli imprenditori interessati e i piani di sviluppo presentati: per questo motivo pare che la scelta sia ricaduta esclusivamente sui tre imprenditori citati prima, senza alcuna preclusione su ulteriori soggetti interessati.
Ad oggi, il consorzio guidato da Paul Murray, sembra essere quello pi accreditato ad aggiudicarsi la “vittoria finale”. Sostenuto anche da alcuni comitati di tifosi ( Rangers Supporters Assembly, Rangers Supporters Association e Rangers Supporters Trust), Murray è sicuro della sua offerta: “Siamo certi che la nostra offerta sia la migliore” – ha dichiarato – “Siamo pronti: abbiamo una solidità finanziaria tale da poterci permettere di stabilizzare il club immediatamente. Riteniamo di avere tutte le carte in regola: speriamo che gli amministratori la pensino allo stesso modo”.
Intanto, nuove grane per Craig Whyte. A causa del mancato superamento del “fit and proper person test”, due sono le accuse di cui dovrà rispondere davanti ad una commissione che si insedierà il 29 marzo. La violazione degli articoli 66 e 71 della SFA, riguardanti l’aver avuto un comportamento tale non solo da screditare il calcio scozzese, ma anche contrario agli interessi della SFA stessa. In particolare, il riferimento è al mancato pagamento al Dundee United degli introiti derivanti dal match in Scottish Cup.
Sebbene dunque sembrano esserci tutte le carte in regola affinchè i Rangers possano guardare al proprio futuro con animo positivo, è indubbio che l’ormai vecchia gestione abbia ancora molte questioni in sospeso. Il dubbio è: quanto incideranno nelle intenzioni dei futuri acquirenti e, più in generale, sui futuri risultati sportivi?



16 marzo, ore 15:55    – Manca poco allo scadere del termine ultimo per la presentazione delle offerte di acquisto dei Rangers Glasgow. Nonostante la grande incertezza che regna sovrana ad Ibrox, Ally McCoist si dice fiducioso sulla conclusione positiva della vicenda: “Questa mattina ho parlato con gli amministratori i quali mi hanno riferito che ci sono state molte offerte e tutto questo non può che essere positivo. Io ho incontrato due o tre gruppi interessati e ho parlato al telefono con altrettanti due; gli amministratori mi hanno riferito che ce ne sono altri ancora. Direi che questo scenario faccia ben sperare. In questi ultimi giorni la situazione è migliorata. Il mese appena trascorso è stato molto difficile, ma abbiamo qualcosa per cui continuare a credere in questa squadra: i 140 anni di storia. Vogliamo scriverne altri 140 ed ora stiamo finalmente vedendo la luce in fondo al tunnel.

14 marzo, ore 10:42   – Mentre si attende con impazienza la scadenza del 16 marzo, data in cui (forse) sapremo con certezza quali saranno i possibili futuri proprietari dei Rangers Glasgow, Sir David Murray – ex proprietario dei Gers – ha rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti. Ha infatti ammesso che vendere i Rangers a Whyte è stato un errore: si è sentito raggirato e sarebbe stato meglio se non avesse mai raggiunto l’accordo per la cessione.
In sostanza, Murray ha dichiarato che Whyte ha raggirato tutti: lui, la banca e gli azionisti. Nonostante questo Murray giustifica la sua scelta dicendo che Whyte si è sempre mostrato persona affabile e soprattutto era uno scozzese (non uno straniero) tifoso dei Rangers con una cospicua somma di denaro a disposizione oltre alla documentazione che non lasciava adito a dubbi sull’affidabilità del personaggio. Ricordiamo che fu proprio Paul Murray a sconsigliare a David Murray la vendita dei Rangers a Whyte ed ora è proprio lui che vuole portare a termine ciò che non era riuscito a fare lo scorso maggio. Nè ancora è chiaro il ruolo che ebbe Ticketus nella cessione dei Rangers a Whyte, mentre la collaborazione  di questa società proprio con chi sconsigliò la cessione dei Rangers quasi un anno fa è stata annunciata Urbi et orbi. Una vicenda degna delle migliori soap opera non ancora del tutto chiara.
La scorsa settimana un’inchiesta indipendente ha stabilito che Whyte non ha superato il “fit and proper person test”, ovvero quella serie di caratteristiche il cui possesso ad un soggetto di poter guidare un club calcistico. Purtroppo si è arrivati tardi a questa conclusione e se la Scottish FA si fosse mossa subito, forse i Rangers avrebbero evitato questo calvario. Il colmo è che anche Paul Murray non sembra avere le carte in regola per il fit and proper person test.
E in tutto ciò i tifosi non possono far altro che continuare a seguire una storia (la loro storia) il cui lieto fine non è affatto scontato.

13 marzo, ore 10:45 – Paul Murray e i Blue Knights sembrano i più accreditati ad acquistare i Rangers Glasgow. La scadenza del 16 marzo si avvicina e nonostante gli amministratori abbiano fatto intendere che ci sono altre serie manifestazioni di interesse (si parla di almeno dieci offerte), il consorzio dei Blue Knights resta il più chiacchierato. Tuttavia appare ad oggi più che probabile il fatto che Paul Murray (qualora il consorzio dovesse acquistare i Gers) possa rivestire un ruolo attivo all’interno della società. Una norma della SFA (Scottish Football Association), infatti esclude che un direttore sportivo impiegato in una società nei cinque anni precedenti una dichiarazione di insolvenza, non può rivestire un ruolo attivo all’interno del nuovo assetto societario. Tuttavia – fatta salva la possibilità di un appello – la decisione finale spetterebbe comunque al nuovo board.
Ricordiamo che il consorzio dei Blue Knights sarà coadiuvato da Ticketus che investirà 24,4 milioni di sterline in cambio di una percentuale sulla vendita dei tagliandi delle gare dei Rangers.



11 marzo, ore 18:38 – Si avvicina la scadenza del 16 marzo e non mancano (per fortuna) manifestazioni di interesse per l’acquisto dei Rangers Glasgow. Oltre alla già citata cordata capitanata da Paul Murray, gli amministratori hanno confermato che ci sono due investitori seri (e l’aggettivo non è  di circostanza, visto che saranno prese in considerazioni solo offerte provenienti da imprenditori solidi): uno dall’Estremo Oriente, l’altro dal continente americano. Non importa, dunque, quanti saranno gli imprenditori a sedersi al tavolo delle trattative: verranno valutati il curriculum e, soprattutto, quali benefici e garanzie potranno portare al club. Magari al termine della settimana si presenterà un investitore misterioso: nell’affaire Rangers i colpi di scena sono all’ordine del giorno.

10 marzo, ore 10:36 – Cenerentola attendeva il principe azzurro, i Rangers attendevano i “Cavalieri Blu”. Gli eroi (Blue Knighs, appunto) il cui consorzio è capeggiato da Paul Murray, hanno formalizzato l’offerta di acquisto dei Rangers Glasgow, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti i tifosi e a tutti gli appassionati di calcio d’Oltremanica e non. Una notizia giunto nel tardo pomeriggio di ieri, dopo una giornata estenuante. Paul Murray ha assicurato che il nuovo Board sarà composto da persone “serie e competenti” in grado di garantire un futuro prospero ai Rangers e di fornire, nell’immediato “una soluzione efficace ai problemi attuali”. Il consorzio è composto anche da Ticketus (sul sito il comunicato ufficiale), società specializzata nella prevendita di biglietti per eventi sportivi (e non), che ha avuto anche un ruolo importante nel passaggio del club a Craig Whyte nel maggio dello scorso anno. Paul Murray ha altresì dichiarato che un passo importante sarà quello della sottoscrizione del CVA (Company Voluntary Agreement – l’accordo volontario della società indebitata con i suoi creditori), che aprirà la strada al definitivo passaggio di proprietà.
In tal senso ieri si è conclusa un’altra importante trattativa: quella con i giocatori. Tutti gli atleti, infatti, hanno accettato l’imponente taglio degli ingaggi (taglio del 75% agli ingaggi di fascia alta, 50% di fascia media, 25% per tutti gli altri) che eviterà dichiarazioni di esubero (con conseguente perdita del parco giocatori), e che dovrebbe mettere al sicuro le finanze del club nel breve periodo (condizionale d’obbligo visto il tono degli amministratori che continuano a definire la situazione finanziaria del club di Glasgow “a rischio”). Gli amministratori hanno elogiato l’atteggiamento dei giocatori che, accettando questo accordo, hanno impedito tagli allo staff di Murray Park e di Ibrox, salvando così molti posti di lavoro. Parole di elogio anche dal CEO della Scottish FA Stewart Regan: “Quando entrano gli amministratori in una società, i giocatori sanno che sono i loro salari a dover essere ridotti”.
In attesa di ulteriori aggiornamenti, tutti gli appassionati di calcio possono stare tranquilli: è stato fatto un grande passo in avanti per salvare 140 anni di storia dei Rangers Glasgow. Seguiranno ulteriori aggiornamenti.

9 marzo, ore 18:03 – Dopo 48 ore di estenuanti trattative, conferme e smentite è arrivato finalmente l’accordo tra giocatori e società per il taglio degli ingaggi che evita così una riduzione del parco giocatori. Nonostante il tanto atteso annuncio per la conferenza stampa non vi sia stato, la notizia sembra certa. Ovviamente qualora vi fossero novità, in serata aggiornerò il post. Intanto continua il dibattito tra i tifosi scozzesi che vedono la crisi dei Rangers come un punto di svolta per il calcio scozzese. Ricordiamo che la prossima settimana dovrebbe tenersi un incontro tra le dieci squadre della SPL (con l’esclusione, quindi di Rangers e Celtic) per discutere su un’eventuale riforma del torneo che porterebbe immensi benefici a tutte le squadre, fino a questo momento surclassate dal gigante Old Firm.
La prospettiva di un’esclusione dei Rangers dalla SPL, già etichettata dal CEO Stewart Regan come “un disastro” ha convinto alcni club a rilasciare dichiarazioni. Il St. Mirren (che in caso di esclusione dei Rangers perderebbe i 4 punti guadagnati contro i Gers) ha chiarito che vista la situazione ancora poco chiara rilascerà un comunicato solo a vicenda conclusa, mentre l’Inverness, attraverso il presidente Kenny Cameron, ha confermato che la riunione dei 10 clubs di SPL non avrà come fine quello di lucrare sulla vicenda Rangers, piuttosto sarà un modo per dare una spinta decisiva allo sviluppo del calcio scozzese.
Anche l’ex allenatore dei Gers, Dick Advocaat ha rilasciato alcune interessanti dichiarazioni. Sentitosi chiamare in causa per la sua dispendiosa gestione (spesi 36 milioni di sterline dal 1998 al 2002) si è difeso: “Quella squadra vinse il campionato, dunque i soldi furono ben spesi. in ogni caso, se poi vendi quei giocatori, riesci a guadagnare molto più di quello che hai speso. Quello che sta accadendo è incredibile. Stiamo parlando di una delle squadre più importanti al mondo, con tantissimi tifosi. Credo comunque che ce la faranno.” Tra i suoi acquisti ci fu anche Tore Andre Flo (pagato 12 milioni di sterline) il cui rendimento fu molto scarso. Anche Alex McLeish ha voluto parlare del suo ex club: “E’ una situazione bruttissima per il mio ex club. E’ brutto vederli in questo stato e tutti aspettano che arrivi qualcuno a salvarsi. Portare alcuni giocatori all’Aston Villa? No, di questo non voglio assolutamente parlare. I Rangers rappresentano tanto per me e non mi permetterei mai di avvicinare giocatori di loro proprietà”.
9 marzo, ore 12-42 – I giocatori dei Rangers hanno accettato il taglio dei loro ingaggi per i prossimi due mesi. Nel pomeriggio è attesa una conferenza stampa che (speriamo) dovrebbe chiarire meglio la situazione.  Qualora gli accordi dovessero essere confermati, è lecito chiedersi se due mesi di sacrifici siano sufficienti ad evitare la liquidazione. Intanto tra i tifosi c’è fermento per la riunione dei 10 clubs che dovrebbero votare (o almeno discutere) di un progetto di riforma i cui contorni non sono ancora chiari. Seguiranno aggiornamenti.
9 marzo, ore 11:21 – Importanti novità in casa Rangers. Dopo Whitaker e Naismith, anche tutti gli altri giocatori dei Rangers hanno accettato il taglio ai loro ingaggi. Notizia positiva per l’immediato futuro della società. Tuttavia in cambio, i giocatori hanno ottenuto maggiore flessibilità nella scelta su come e quando lasciare Ibrox; questo inevitabilmente inciderà sulle intenzioni di chi vuole acquistare il club che rischierebbe di veder dilapidato l’intero parco giocatori. Al momento questo è il male minore.
Intanto ieri, il CEO della Scottish FA ha dichiarato che un’eventuale esclusione dei Rangers Glasgow dalla SPL sarebbe un vero e proprio disastro per il calcio scozzese.

8 marzo, ore 13:52  –  C’è uno spiraglio per i Rangers Glasgow. Se gli amministratori avranno la possibilità di attingere a 3,6 milioni il club riuscirà a sopravvivere almeno fino al termine della stagione. Di questo si parlerà il 30 marzo, ma certo è che i giocatori dovranno accettare il piano che prevede un netto taglio degli ingaggi e per questo motivi le decisioni che saranno prese nelle prossime 24 ore saranno determinanti. In caso di risposta negativa, si deciderà per esuberi “importanti”, col serio rischio, quindi, di veder lasciati liberi i giocatori più importanti.
Notizie positive anche sul lato acquirenti: fonti riportano la presenza di un manipoli di investitori, seriamente interessati ad acquistare il club.
8 marzo, ore 10:49 – Il manager Ally McCoist ha chiarito che all’interno della squadra non ci sono divisioni, nè malumori perchè l’interesse di tutti è solo quello di trovare la migliore soluzione per superare i problemi economici che affliggono i Rangers Glasgow. Con Whittaker, Davis e Naismith non è stato raggiunto l’accordo. Ecco le dichiarazioni di McCoist riprese dal sito ufficiale: “Ognuno di noi ha acuore gli interessi del club e non c’è altro pensiero che occupi le nostre menti. Tutti noi vogliamo soltanto il meglio per il club e stiamo facendo il possibile per ottenerlo. E’ stato fatto un gran lavoro fino a questo momento e tutti noi cercheremo di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Ai giocatori è stato chiesto un sacrificio non di poco conto. Proprio in virtù del sentimento di riconoscenza che essi hanno nei confronti della società, in alcuni casi si è riuscito a trovare un accordo. I giocatori e lo staff possono assicurare i propri tifosi del fatto che remiamo tutti verso un unico obiettivo: non ci sono divisioni all’interno, ve lo assicuro. Siamo tutti uomini e siamo uniti: ce la faremo”.

7 marzo ore 18:00 – Gli amministratori confermano l’impossibilità di rispettare la scadenza del 31 marzo. I Rangers Glasgow, pertanto, sono fuori dalle competizioni europee della stagione 2012/2013. Vi avevano partecipato ininterrottamente dal 1980/1981.

7 marzo – Il director Dave King, ha dichiarato che “la liquidazione dei Rangers Glasgow è un’opzione inevitabile“. Si attendeva una svolta nella giornata di lunedì, ma i giocatori non hanno accettato la forte riduzione degli ingaggi che il “piano salva Rangers” prevedeva (come riportato in questo articolo). Parole forti anche nei confronti del proprietario Craig Whyte che avrebbe “abusato della lealtà e della passione dei tifosi verso la propria società“.
La giornata di ieri (martedì) avrebbe potuto segnare un passo importante verso la salvezza, se i giocatori avessero accettato la proposta di riduzione degli ingaggi; gli eventuali investitori avrebbero così ereditato una situazione debitoria meno gravosa e gli investimenti sarebbero serviti solo a coprire le lacune più importanti. La risposta negativa degli atleti ha però contribuito a creare un certo malumore in società e nei prossimi giorni è attesa una loro proposta che dovrà essere valutata dalla società.
Le fresche dichiarazioni di King, certamente contribuiscono a rendere la situazione ancora più caotica. A questo si è aggiunta un’altra tegola: la minaccia di esclusione dalla SPL per pagamenti di ingaggi non previsti dai contratti. In sostanza, in violazione delle regole della Scottish Premier League, i Rangers avrebbero pagato ai propri giocatori delle somme di denaro non contenuto nei contratti registrati, ma in contratti simulati di cui la SPL (ovviamente) non era a conoscenza. Le eventuali sanzioni andrebbero da un semplice avvertimento, all’esclusione dalla SPL. L’indiscrezione è stata riportata dal Daily Mail (poi confermata dall’A.D. della SPL Neil Doncaster) e le indagini si riferiscono al periodo 1998-2002.
In attesa di ulteriori sviluppi, resta la data del 16 marzo, termine ultimo per la presentazione delle offerte di investitori interessati all’acquisto del club. Solo dopo quella data la situazione sarà più chiara.

5 marzo – Il tempo stringe per i Rangers. Ciò che maggiormente preoccupa ad Ibrox non è solo il presente quanto il futuro. Un futuro che appare più nero che mai.
Gli amministratori hanno ammesso che molto difficilmente i Rangers riusciranno ad evitare l’esclusione dalle prossime competizioni europee: la scadenza è fissata per il 31 marzo. Entro quella data, infatti, l’UEFA stabilirà se la storica società di Glasgow avrà rispettato i criteri finanziari che le permetterebbero di partecipare alle competizioni europee della prossima stagione.
L’eventualità di una estromissione appare ad oggi più che una probabilità. I Rangers partecipano alle competizioni europee ininterrottamente dalla stagione 1980-1981. 
La nota positiva è che sembrano esserci degli investitori intenzionati ad immettere capitale, ma l’incertezza è tutta nelle strategie. La maggior parte di essi, infatti, preferirebbe evitare un ulteriore   differimento della copertura debitoria, al fine di ereditare una situazione societaria tale per cui i loro investimenti dovrebbero servire a coprire solo i debiti futuri, non quelli attuali. In questo senso si inserisce la necessità di un taglio del numero dei giocatori in rosa e degli ingaggi.
A breve gli amministratori dovranno presentare il “piano salva Rangers” e pare che la loro intenzione sia in primis proprio quella di tutelare il parco giocatori. La proposta (che dovrà essere depositata nelle prossime ore) prevede un taglio del 75% degli ingaggi di fascia alta, uno del 50% di quelli di fascia media, e un ulteriore taglio del 25% dei restanti ingaggi.
La notizia positiva è che è stato raggiunto un accordo con il Dunfermline per il pagamento di 83000 sterline, pari ai ricavi della vendita dei tagliandi della gara disputata l’11 febbraio.
In casa Rangers si è certi solo dell’incertezza. La nebbia potrebbe diradarsi il 16 marzo ultima data utile per il deposito di un impegno formale degli investitori in vista dell’acquisizione del club, ma ancora non è chiaro quali possano essere le garanzie che Craig Whyte, attuale proprietario, sarà in grado di fornire.
Non semplice la posizione di Ally McCoist, chiamato a tenere unito un gruppo la cui permanenza ad Ibrox appare difficile. L’allenatore ha chiarito che continuerà a trattare tutti i giocatori allo stesso modo, perchè il suo compito resta solo quello di scegliere chi è in grado di fornire la migliore prestazione in campo; le scelte economiche spettano alla società.
Impossibile escludere l’opzione della liquidazione societaria che costituirebbe un duro colpo non solo per il calcio scozzese, ma per la storia del calcio d’Oltremanica.

14 febbraio – Il contenzioso tra i Rangers Glasgow e la HM Revenue & Customs (l’organo deputato alla riscossione delle imposte) rappresenta la spada di Damocle sul futuro della squadra scozzese. Il debito con l’Erario, inizialmente valutato in 49 milioni di sterline, potrebbe raggiungere la cifra record di 75 milioni: una somma che la società di Craig Whyte non può permettersi di pagare. 
Nè al momento sembra percorribile la strada dell’accordo con il dipartimento governativo che ha già fatto sapere che non esiterà ad inoltrare l’appello nel caso in cui l’organo giudicante non dovesse accogliere le sue richieste. 
Con una perdita annuale di 10 milioni di sterline, il club (che Craig Whyte ha rilevato da Sir David Murray), si era servito dell’Employment Benefit Trust (EBT – un programma cui le società in dissesto economico possono accedere al fine di evitare contenziosi con l’HMRC) per pagare i propri giocatori e alcuni membri dello staff. A detta dell’HMRC, i Rangers Glasgow avrebbero oltrepassato i confini dell’accordo, accumulando così un ingente debito con l’Erario.

GLI SCENARI – Servendoci dell’interessante analisi di Neil Patey della Ernst & Young, riportiamo i possibili scenari cui i Rangers andrebbero incontro.
1) Accordo raggiunto entro il 30 marzo. I Rangers raggiungono l’accordo per l’amministrazione controllata entro il 30 marzo che permetterebbe loro di partecipare alle competizioni europee della prossima stagione. L’unica conseguenza negativa sarebbe la penalizzazione di 10 punti nella stagione in corso. Tuttavia questa opzione ci sembra difficilmente realizzabile vista la ristrettezza dei tempi.
2) Accordo raggiunto dopo il 31 marzo. Rinuncia alla competizioni europee ed ulteriore penalizzazione (di 10 punti) qualora dovesse persistere l’amministrazione controllata anche nella prossima stagione.
3) Salta l’accordo e la società viene liquidata. I Rangers si costituiscono in una nuova società e chiederebbero l’autorizzazione di ripartire dalla massima divisione, attraverso un accordo tra SFA (Scottish Football Association) e SPL (Scottish Premier League). Questa opzione verrebbe percorsa al fine di onorare il ricco contratto di Sky Sports per gli incentivi sulla trasmissione dei quattro Old Firm stagionali.
4) Liquidazione della società e Rangers costretti a ripartire dalla terza divisione, con le conseguenti implicazioni economiche e contrattuali.

Qualunque sia il finale di questa storia, due sono gli aspetti chiari. Da un lato la situazione dei Rangers Glasgow che sembra ormai compromessa. David Whyte ha più volte dichiarato che la sua società non potrà permettersi di iniziare una nuova stagione sportiva se prima non avrà regolarizzato la situazione finanziaria; il che significa, in poche parole, la necessità di trovare un nuovo (serio e potente) investitore che sia disposto ad immettere ingenti capitali nella società: in questi tempi di grave crisi e, soprattutto sfiducia, economica in tutti i settori, l’impresa sembra titanica. E pensare che il suo arrivo ad Ibrox venne visto come la salvezza; così l’allora allenatore Walter Smith: “Credo che questa operazione porterà quella giusta stabilità necessaria per affrontare gli impegni calcistici futuri. Ora possiamo pensare solo al calcio giocato“.
Dall’altro, il venire meno di uno dei due (unici) pilastri della Scottish Premier League potrebbe far minare in modo forse definitivo l’interesse per un torneo che da troppi anni, ormai, si regge sul duopolio dell’Old Firm. Quest’anno stiamo assistendo al crollo sportivo di due formazioni storiche: l’Aberdeen e l’Hibernian. Se i primi sembrano essersi risollevati, tentando l’assalto alla top-six, i secondi rischiano seriamente di sprofondare in Second Division.

Il futuro dunque, più che da certezze, sembra essere costellato di domande: qualora l’Old Firm dovesse perdere definitivamente appeal, quale potrebbe essere lo scenario della Scottish Premier League? Il livellamento verso il basso potrebbe costituire un “nuovo inizio” per il torneo? Oppure assisteremo ad uno sterile passaggio da un duopolio (Rangers-Celtic) ad un monopolio (Celtic)? O ancora, come extrema ratio, superando l’orgoglio nazionalista, si deciderà di concretizzare un’idea di cui si parla da molti anni: l’ingresso dell’Old Firm nel calcio inglese, lasciando nell’anonimato gli altri clubs pur di salvare la tradizione sportiva scozzese?

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