[CHAMPIONSHIP] Mirco Antenucci e l'esperienza al Leeds

Antenucci: “E’ una scelta che rifarei senza dubbio e un’esperienza che consiglierei a tutti i miei colleghi. Non escludo di rimanere qui. Ho il contratto in scadenza, ma potrei rinnovare con il Leeds o... “




Mirco Antenucci (Leeds United), 9 reti in Championship nel corso di questa stagione.


Mirco Antenucci, attaccante del Leeds United, ha parlato della sua esperienza nella Championship inglese.

Ecco le parole dell'ex attaccante di Ascoli e Ternana:

“Credo di aver fatto una discreta carriera, sono felice di quello che ho fatto. Forse mi è mancato solo l’ultimo step, una Serie A fatta bene, ma probabilmente ho pagato la mia voglia di essere protagonista in B, piuttosto che comparsa in A.

Tra essere uno qualsiasi nella massima serie, e un titolare in quella cadetta, ho scelto questa opzione. Ho fatto bene ad Ascoli e anche a Terni, poi ho pagato il fatto di essere sempre in prestito dal Catania , di dover cambiare ogni anno ambiente, squadra, compagni, società. In generale, però, non ho rimpianti, anche perché ho potuto giocare in piazze importanti e fare questa splendida esperienza al Leeds, un club storico e dal grande seguito”.

Antenucci spiega la scelta di accettare il trasferimento al Leeds:

“Ho sempre avuto il pallino di un’esperienza all’estero e guardavo spesso il campionato inglese e spagnolo, pensando potessero essere adatti alle mie caratteristiche, così quando il Direttore Salerno (ai tempi DS del Leeds) mi ha chiamato(luglio 2014, ndr), non ci ho pensato due volte. E’ vero che era una Serie B inglese, ma il Leeds è una società storica con tanti tifosi e molto appassionati, ho creduto che fosse una buona opportunità. Ed oggi, a due anni di distanza, non mi pento affatto, anzi: qui stiamo benissimo io e la mia famiglia, e poi il Championship è un campionato incredibile”.

Altro che Serie B, verrebbe da dire...

“Con tutto il rispetto, non c’è paragone: non tanto nel gioco, che qui è più intenso e fisico, ma decisamente meno tecnico, ma nell’ambiente, nelle strutture, nell’organizzazione. Nel nostro centro di allenamento ci sono 7 campi in erba, rendo l’idea? Gli stadi sono sempre pieni, i tifosi ti applaudono anche se perdi. L'importante è che tu dia tutto in campo, a loro basta quello. Dopo una brutta sconfitta è possibile che ti aspettino fuori, sì, ma per chiederti l'autografo”.

Insomma, un clima più disteso dentro e fuori dal campo:

“E’ davvero un altro mondo. Qui ho visto pranzi pre-partita a base di fagioli... una cosa impensabile in Italia. In due anno non ho mai fatto un doppio allenamento, ci si allena solo di mattina e il pomeriggio sei libero. Non è che si studino gli avversari, la preparazione della partita è molto più blanda e magari anche per questo segno, perché non mi conoscono. Diciamo che a livello tattico si può ancora migliorare molto, però si gioca più liberi, ci sono ripartenze da una parte e dall’altra, il ritmo è altissimo, magari a scapito della qualità. Ma al pubblico piace così, ti consentono di sbagliare, ma non accettano che ti risparmi. L’età media è alta anche qui, diciamo dai 24 anni in su, come in Italia si privilegia l’esperienza alla gioventù, ma ci sono anche ragazzi interessanti. Ad esempio, mi sento di consigliare due terzini: il nostro Charlie Taylor (classe '93, ndr) e Andrew Robertson (classe '94, ndr) dell’Hull City”.

Non solo Antenucci non ha rimpianti, ma anzi sarebbe pronto a rilanciare:

“E’ una scelta che rifarei senza dubbio e un’esperienza che consiglierei a tutti i miei colleghi. Sono contento di questa avventura e non escludo di rimanere qui. Ho il contratto in scadenza, ma potrei rinnovare con il Leeds o valutare eventuali offerte che spero arriveranno. La Premier? Non scherziamo, temo che il treno sia passato. Ad oggi non riesco ad immaginare dove sarò il prossimo luglio, magari al mare sotto l’ombrellone. A parte gli scherzi, di sicuro mi vedo in campo, ma non ho preclusioni, potrebbe essere ancora qui in Inghilterra o in Spagna, o magari in Italia o altrove”.

Perché le emozioni vissute al di là della Manica non sono facilmente cancellabili:

“Il clima non è speciale solo in Premier, ma anche nella FA Cup e nella Coppa di Lega. Noi, ad esempio, in coppa siamo andati a giocare sul campo del Watford. Una squadra di Premier contro una di Championship, in Italia lo stadio sarebbe stato vuoto, qui invece era sold-out. Si vede che ci tengono alla storia, al blasone della competizione, tutti sognano di arrivare in finale e qualche volta qualcuna ci riesce anche. E’ il bello di queste competizioni”.

Dopo una carriera del genere, a 31 anni, i sogni lasciano spazio alla razionalità, ma Mirco non perde tempo a rimpiangere quello che poteva essere, ma probabilmente non sarà:

“Come tutti i ragazzini sono cresciuto con il sogno di giocare ad altissimi livelli, in Champions e Nazionale e questo mi manca. Difficile realizzarlo ormai, ma non sono deluso: ho avuto l’opportunità di giocare in tanti club importanti e di fare questa grande esperienza a Leeds, mi sento realizzato come calciatore e come uomo: ho segnato in tutte le categorie professionistiche e ho una splendida famiglia, con due bimbe bellissime. Non avrei potuto chiedere di meglio”.



Fonte: goal.com


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