[ESCLUSIVA] L’epico viaggio per una passione: Jacopo Ghirardon a Dover per seguire il Truro City.

Jacopo Ghirardon con Jake Ash, capitano del Truro, e la
maglia autografata da tutti i giocatori.
(foto J.Ghirardon per ukcalcio.com).




Dopo tanta attesa, ecco finalmente il racconto completo del viaggio che ha portato Jacopo Ghirardon a Dover, per seguire la sua squadra del cuore: il Truro City. Un’avventura unica che il mio amico ha deciso di raccontare in esclusiva per i lettori di ukcalcio.com. La storia di Jacopo ha colpito i media inglesi, tanto da occupare le pagine dei principali quotidiani, tra cui il Guardian, il Daily Star, su blog (Off The Post e West Briton) e sul sito web della Football Conference.
Ecco il racconto.
English readers: I’ll publish soon the English version of Jacopo’s trip to Dover. Meanwhile you can use this link to translate the article. Thank you.


di Jacopo Ghirardon

Visita alla città di Dover.
(foto: J.Ghirardon per ukcalcio.com)

Un viaggio lungo, estenuante, attraversando territori mai
visti prima, a bordo di un treno, attraversando il canale della Manica con il
traghetto; quando si ama veramente una squadra di calcio, si è disposti a
fare dei sacrifici che vanno, forse, al di fuori di una normale logica. La
squadra in questione non è però molto famosa a livello nazionale, figurarsi a livello internazionale. Sto parlando del
Truro City,
massima espressione della Cornovaglia calcistica, che attualmente gioca nella
Conference South, la sesta serie in ordine di importanza del calcio inglese. 

L’amore verso il calcio inglese lo ho dall’infanzia, quando (come quasi tutti
gli appassionati) sono  rimasto affascinato dalle partite mostrate in TV,
da questi spalti sempre pieni, da questo calcio il cui spettacolo non
ha eguali nel mondo. A me è sempre piaciuto però soprattutto il calcio minore,
sia in Italia, dove ho sempre seguito la mia squadra locale, sia in
Inghilterra, dove ho aspettato con impazienza il terzo turno di FA Cup,
in cui le squadre più piccole giocano (magari in casa) contro avversari
blasonati e nettamente più forti, almeno sulla carta. Tutti siamo stati
affascinati dai “giant-killers”, da imprese di squadre poco conosciute al
pubblico che riescono a salire alla ribalta. Squadre come Blyth Spartans o
Havant & Waterlooville mi hanno aiutato e non poco ad entrare in quel fantastico mondo della Non-League.

Sullo sfondo, il “Dover Castle”
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
La passione per il Truro City è invece nato
nel 2008, quasi in maniera casuale: studiando a scuola la cultura celtica, mi
sono subito chiesto come mai una squadra di una regione affascinante come la
Cornovaglia, così famosa, non abbia mai avuto nella storia
una squadra ad un livello perlomeno discreto, al pari dei “cugini” Scozzesi,
Gallesi, Irlandesi o Bretoni (c’è un forte legame storico e culturale tra le
due regioni, nonostante il diverso paese di appartenenza). Il Truro City aveva
appena iniziato il suo fantastico viaggio, che in sole 6 stagioni ha visto la
squadra essere promossa in 5 diverse categorie, dalla massima serie regionale
Cornica a sole due categorie di distanza dalla Football League. Una cavalcata
trionfale, con il picco della vittoria dell’FA Vase nel nuovo stadio di
Wembley, inaugurato da pochi giorni: battuto 3-1 l’AFC Totton, davanti ad oltre
35.000 spettatori, la maggior parte dei quali venuti da tutta la Cornovaglia per
la prima grande finale in uno stadio cosi prestigioso e in una competizione
cosi importante a livello dilettantistico inglese. Così ho iniziato a seguire
con sempre più simpatia e affetto questa squadra, iniziando anche a sentire
alla radio le loro partite lo scorso anno. Per la precisione la prima partita
in assoluto è stata la sfida a Salisbury, decisiva per la promozione essendo le
due squadre a pari punti: trionfo per 0-6 al RayMac, che mi ha definitivamente
fatto “innamorare” di questa squadra. Dopo la promozione in Conference
South, la prima della storia per una squadra della Cornovoglia, è arrivata però
la delusione: la mia squadra locale, che ho sempre seguito con grande affetto e
passione, è fallita a causa dei troppi debiti. Un colpo durissimo da digerire,
che di fatto mi ha trovato sprovvisto di una squadra di calcio da tifare. Ho
dovuto così trovarmi una nuova squadra, e nonostante varie simpatie in Italia ma soprattutto all’estero, è stato facile scegliere il Truro
City come “nuova squadra”. Da appassionato e simpatizzante a tifoso il passo è
stato molto breve, visto che comunque già conoscevo ambiente e squadra. Così a
novembre, ho deciso di intraprendere il primo viaggio in loco per
vederla giocare dal vivo: sfruttando le vacanze di mio padre,
siamo andati appunto a Truro a vedere la partita contro il Tonbridge Angels,
vinta per 2-0 dalle “White Tigers”, al termine di 90′ molto combattuti e che mi
hanno a tal punto coinvolto, da organizzarmi per poter tornare
al più presto a vedere il Truro in azione, questa volta in trasferta,
visto che mi hanno sempre affascinato più le sfide “away” che quelle “home”.
Guardando il calendario, mi ha subito colpito la trasferta di Dover del 18
Febbraio, di cui appunto vi parlo nel paragrafo successivo.
Il viaggio: La stagione è proseguita in
maniera tranquilla per il Truro, che sta raggiungendo senza fatica  una
tranquilla posizione di metà classifica. Il Dover Athletic, invece, partiva
come una delle favorite, ma una serie impressionante di pareggi ha relegato la
squadra ai margini della zona playoff. Insomma, c’erano tutti i requisiti per
assistere ad una partita avvincente, con tanti goal e spettacolo. Raggiungere
Dover non è stato affatto facile, al posto di scegliere un comodo viaggio in
aereo, ho preferito (anche per motivi economici) sobbarcarmi una trasferta
epica
, in treno, prima con il notturno Venezia-Parigi, dunque prendendo un
treno locale dalla capitale francese fino a Calais, dove ho preso un traghetto
che mi ha portato direttamente a Dover. Un viaggio lunghissimo, stressante, ma
che rifarei 1000 volte. Prima di sobbarcarmi il viaggio, sono stato contattato
da alcuni dirigenti di Blue Square, sponsor del campionato di Conference, che
sono venuti a conoscenza tramite il mio account Twitter (@Ghirarz) del mio viaggio: un
intervista breve, che credevo andasse a finire al massimo sul sito
ufficiale della Football Conference, ma che ha fatto il giro di diversi quotidiani
regionali, nazionali e ed alcuni blog, portando alla ribalta la mia trasferta. Leggere la storia di una propria passione su quotidiani come il Guardian o il Daily
Star  penso sia un qualcosa che vada oltre ogni logica, un
onore e  un motivo d’orgoglio per
me, per il Truro City stesso e per la mia città, più volte menzionata nei
vari articoli.

Tabellone “Gare du Nord” – Parigi.
(foto J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Stazione Calais-Frethun.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Benvenuti a Dover!
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Le bianche scogliere di Dover.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Nonostante ciò il viaggio è proseguito tranquillo fino a Calais,
dove ho perso per poco il traghetto e dunque ho dovuto aspettare più del dovuto
per prendere quello successivo; un piccolo intoppo che però non ha
minimamente compromesso il viaggio. Salito a bordo, (più che più
ferryboat sembrava una nave da crociera) mancava solo l’ultimo passo per
arrivare a Dover: quando ho cominciato a intravedere le celeberrime (e
fantastiche) bianche scogliere, ho capito di avercela fatta, e la soddisfazione
era palpabile! Dopo un breve giretto nel centro città, molto ben curata, con un castello medievale che la domina, vista l’ora già  tarda, mi sono incamminato verso il quartiere River, sede del Crabble’s , lo
stadio del Dover Athletic. Prima di arrivare in campo però, sosta obbligatoria
al pub, dove i tifosi del Truro avevano fissato il loro punto di ritrovo
prepartita: al mio arrivo un’ovazione generale, un’ accoglienza che mai mi
sarei aspettato, specialmente dai tifosi del Dover Athletic, presenti anche
loro nel pub. Per un’ora, tra una pinta e l’altra offerta da più di qualche
tifoso (in pieno Non League style: è tradizione infatti passare al pub il
pre-partita tra le due tifoserie assieme), ho parlato del mio viaggio, della
mia passione per il Truro City, delle differenze tra il calcio italiano e
quello britannico: un prepartita fantastico, in un clima davvero molto caldo e
accogliente, visto che i tifosi iniziavano a cantare i primi cori. 
Verso le 14.30,  ci siamo spostati verso lo stadio a piedi, pronti
per la partita.

Strada di accesso all’impianto del Dover.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).

La partita: Dopo aver percorso un boschetto per
arrivare allo stadio, siamo riusciti finalmente ad entrare, a circa dieci
minuti dal fischio d’inizio: pagate 12£ di biglietto (un po’ caro per la
categoria, ma non importa) e le 2£ per il match day programme, ci siamo
accomodati (ero assieme ai tifosi del Truro, ovviamente) dietro la porta verso cui attaccava la nostra squadra, come da tradizione della Non League, dove i tifosi sono soliti sistemarsi proprio dietro la porta dove la propria squadra deve segnare. 
Anche i tifosi del Truro si sono dovuti
sobbarcare una trasferta notevole per giungere nella cittadina del Kent:
infatti sono oltre 500 i km che separano Truro da Dover. Nonostante tutto siamo
circa una cinquantina, molto attivi dal punti di vista canoro e vocale. Anche
il pubblico di casa si fa sentire, trascinato da un tamburo e da cori i cui motivi sono familiari a noi italiani. La partita è molto accesa e vivace, e dopo pochi
minuti è il Truro a passare in vantaggio, su calcio di rigore, per un fallo di
mano in area: Watkins, cecchino dal dischetto e capocannoniere della squadra,
spiazza il portiere e porta in vantaggio le White Tigers. Il Dover reagisce
bene, e dopo circa dieci minuti trova il goal del pareggio, sempre per fallo di
mano in area: anche in questo caso la realizzazione è perfetta. Entrambe le
squadre giocano un buon calcio e vanno vicine al vantaggio, che viene raggiunto
al 30′ dal Dover, con una bella azione corale conclusa da Purcell, forse
il giocatore più forte e talentuoso dei Whites. 
Il Truro reagisce bene, e verso
la fine del primo tempo si vede negato un rigore netto per un fallo di mano in
area: anche il pubblico si fa sentire, ma in maniera molto civile, come è giusto
che sia. Si va al riposo dunque sul 2-1, sotto una pioggia sempre più fitta.
Dopo il cambio di campo (e di Stand per i tifosi), è il Truro che fa la partita
nel tentativo di raggiungere un pareggio meritato, ma la bravura del portiere
avversario e anche la sfortuna, nel palo colpito da Barry Hayles di testa al
70′, impediscono alle generose tigri bianche di acciuffare il pareggio. Nel
finale tentano il tutto per tutto, ma in contropiede il Dover punisce oltremodo
il Truro, segnando a tempo scaduto il goal del 3-1, che sarà il risultato
finale. A fine partita, entrambe le squadra si prendono la loro meritata dose
di applausi, visto l’impegno profuso e l’ottimo livello mostrato in campo. Ci  si sposta dunque nella clubhouse, per
il classico terzo tempo all’inglese
, fatto di cori, tanta birra e soprattuto per aspettare
l’arrivo dei giocatori delle due squadre.

Truro City in vantaggio su calcio di rigore.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Ingresso impianto.
(foto: J.Ghirardon per ukcalcio.com).
Aggiornamenti live su twitter e sulla pagina ufficiale di ukcalcio
(@ Ghirarz – @ukcalcio).
(foto: J.Ghirardon per ukcalcio.com).
Visuale delle tribuna centrale.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Arrivano dunque alla spicciolata i protagonisti, applauditi da tutto il numeroso pubblico
rimasto nella bella club-house. Qui però si consuma sicuramente il momento più
emozionante e gradito dell’intera giornata, infatti il capitano Jake Ash, e il
manager Lee Hodges mi incontrano, e dopo qualche chiacchera di circostanza, mi
regalano una maglia autografata da tutti i giocatori
. Un momento davvero
inaspettato ed emozionante, che ricorderò per sempre. Dopo aver
fatto dunque tutte queste conoscenze, e aver speso una giornata fantastica
all’insegna del football che piace tanto a noi, si è fatta ora, purtroppo, di
lasciare per proseguire il mio viaggio altrove. 
Ultimi saluti e ringraziamenti,
specie da parte dei tifosi del Dover, che mi dicono che da loro sarò sempre il
benvenuto. Un ringraziamento speciale va proprio a queste persone fantastiche:
sicuramente dopo questa partita il Dover ha trovato un nuovo tifoso. E’ proprio
uno di loro che si offre per darmi uno strappo fino alla stazione dei treni,
facendomi risparmiare un bel po’ di pioggia. 
Si chiude così una giornata fantastica, vissuta in maniera splendida da tutti i presenti come è giusto che sia per una partita di pallone. Peccato per il risultato, ma mai come in questa
circostanza contava realmente: hanno vinto tutti: i tifosi del Truro,
del Dover e tutti i giocatori per la grande accoglienza e  per lo spettacolo
offerto.

Prima dell’inizio del match.
(foto: J. Ghirardon per ukcalcio.com).
Permettetemi di ricordare una
tifosa del Truro, Gillian, che purtroppo è deceduta in un incidente stradale
mentre tornava proprio da Dover. Ho avuto la fortuna di conoscere questa
signora proprio in loco e la tragedia rende  secondario tutto quello che ho scritto prima. Un abbraccio a tutta
la famiglia, a cui penso tutti i lettori di questo “reportage” si uniranno. 
***
Il racconto e le foto sono concesse in esclusiva a www.ukcalcio.com. E’ permessa la riproduzione dei contenuti citando autore dell’articolo e delle foto (Jacopo Ghirardon) e la fonte (www.ukcalcio.com).

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Alfonso Russo
1 Marzo 2012 12:52

Grazie!

Anonimo
Anonimo
1 Marzo 2012 12:14

Complimenti…bellissimo racconto! 🙂

Alfonso Russo
25 Febbraio 2012 13:25

Jacopo ha fatto un lavoro straordinario e sono orgoglioso di poter far leggere a tutti la sua esperienza! Quello che dici è giustissimo: da questo punto di vista in Italia ci sarebbe molto da imparare!

GZ
GZ
25 Febbraio 2012 13:22

bellissimo! la cosa bella del calcio inglese è che in qualsiasi serie e divisione ci sono tifosi, fanno i match programme ecc. BELLISSIMO! Bravo Jacopo!

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